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«Il nostro obiettivo è rovesciare Assad» : parla il leader dei jihadisti

(Roma, 06 dicembre 2024). In un’esclusiva intervista alla Cnn, Al Jolani si racconta e chiarisce gli obiettivi del suo gruppo

Abu Mohamed al Jolani, leader di Hayat Tahrir al-Sham, ha assicurato che l’obiettivo della coalizione dei ribelli è « in definitiva rovesciare l’autoritario presidente Bashar al-Assad ». In un’intervista esclusiva alla Cnn, Al Jolani ha precisato a chiare lettere come l’obiettivo del gruppo sia quello di mettere fine al regime di Assad.

Gli obiettivi di Al Jolani

L’ultima volta che al Jolani si era prestato ai microfoni di un media occidentale era stata su France 24 un anno fa, in un luogo segreto in Siria: il jihadista conferma che l’intenzione del suo gruppo sia quella di instaurare un governo basato sulle istituzioni e su un « consiglio eletto ». »Quando parliamo di obiettivi, l’obiettivo della rivoluzione rimane il rovesciamento di questo regime. E’ nostro diritto utilizzare tutti i mezzi disponibili per raggiungere questo obiettivo », ha affermato. « Gli iraniani hanno cercato di rilanciare il regime, guadagnandogli tempo, e in seguito anche i russi hanno cercato di sostenerlo. Ma la verità resta la stessa: questo regime è morto », ha sottolineato.

Da quando sono usciti dalla loro sacca di territorio nel nord-ovest del Paese più di una settimana fa, i ribelli hanno fatto progressi incredibilmente rapidi, prendendo il controllo della seconda città più grande del paese, Aleppo, prima di marciare verso la città strategica di Hama e catturarla. L’offensiva d’urto ha inferto un duro colpo ad Assad e ai suoi sostenitori in Iran e Russia, riaccendendo una guerra civile che continuava ad ardere sotto la cenere. I ribelli in Siria stanno avanzando verso Homs e sono ora a cinque chilometri dalla terza città del Paese, dopo aver preso il controllo ieri della città strategica di Hama. Lo riferisce l’Osservatorio siriano dei diritti umani, con sede a Londra: nelle ultime ore, i ribelli « sono entrati nelle città di Rastan e Talbisseh », situate nella provincia di Homs, in totale assenza delle forze del regime, ha indicato l’Osservatorio, aggiungendo che i ribelli si trovavano ormai a cinque chilometri da Homs.

A che gioco sta giocando Al Jolani

Le forze di opposizione siriane sono decentralizzate e composte da ideologie diverse, sebbene unite da un obiettivo comune: rovesciare il regime di Assad. Ma il cursus dis(honorum) di HTS e Jolani nei movimenti islamisti gettano una coperta scura sulle sue ambizioni. Al Jolani, e tutto il suo gruppo, a tratti sembrano ricordare i Talebani nelle primissime fasi del ritorno a Kabul: atteggiamenti, promesse e inviti che sembravano voler far credere che l’inizio di un nuovo corso è imminente. Ma nulla di nuovo e di buono e accaduto. Al Jolani, in queste ore, cerca di intestarsi l’aura del leader tentando di perdere le sembianze del jihadista: lo testimonia anche la « sceneggiatura » dell’intervista, con poca sicurezza, in pieno giorno, una prossemica che cercava di trasmettere affidabilità, la discussione pacata con una giornalista donna-per giunta-.

La « trasformazione » di Al Jolani

All’interno del territorio controllato dai ribelli in Siria, è chiaro che agisce meno come un ricercato e più come un politico. Dopo che le forze a lui fedeli hanno preso il controllo di Aleppo, ha fatto un’apparizione pubblica nella cittadella storica della città: un leader nascosto difficilmente resta leader, infatti. Jolani dice di aver attraversato episodi di trasformazione nel corso degli anni. « Una persona ventenne avrà una personalità diversa da una trentatreenne o quarantenne, e certamente da una cinquantenne. Questa è la natura umana ». Si è fatto le ossa da giovane combattente per al Qaeda contro gli Stati Uniti in Iraq.

Ritornato in patria durante la guerra civile siriana, ha guidato l’affiliata del gruppo terroristico in Siria quando si chiamava Jabhat Al Nusra. Ha continuato a rompere i legami con al Qaeda e la sua organizzazione si è evoluta in Hayat Tahrir Al-Sham, nota anche come Organizzazione per la liberazione del Levante, all’inizio del 2017.

Di Francesca Salvatore. (Il Giornale)

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