(Roma, 22 novembre 2024). Condanna unanime. Meloni: « Attacchi inaccettabili, le parti garantiscano la sicurezza »
Quattro soldati italiani di stanza nella missione di pace Unifil a sud del Libano sono rimasti lievemente feriti venerdì 22, intorno alle 13 ora locale, probabilmente colpiti da razzi di Hezbollah in un’area dove da giorni sono in corso scontri con l’esercito israeliano.
A informare dell’incidente è stata la missione stessa. I Caschi blu coinvolti non sarebbero in condizioni gravi: non sono in ospedale e hanno già parlato con i familiari, rassicurandoli sulle loro condizioni.
Colpito il quartier generale
L’incidente è avvenuto nell’area di Shama, dove si trova la base Unifil con i militari italiani. Da giorni, nella zona, sono in corso scontri tra Hezbollah e l’Idf.
Secondo quanto si apprende da fonti qualificate a conoscenza della situazione, lo scorso 14 novembre, dunque ormai più di una settimana fa, le unità dell’esercito israeliano hanno raggiunto il villaggio di Shama e stanno tentando di neutralizzare i bunker e i depositi di armi di Hezbollah.
La dinamica dell’incidente
Proprio venerdì mattina, poco prima che si verificassero le esplosioni, l’Idf aveva abbattuto due droni di Hezbollah nei pressi della base. Sempre secondo le fonti, sulla sede del comando del contingente italiano in Libano sarebbero arrivati tre colpi, attorno alle 13:00.
Uno di questi sarebbe esploso vicino a « Casa Italia », un edificio adibito a pizzeria; un altro, invece, è finito sul bunker numero 2, all’interno del quale erano presenti i militari italiani. Il razzo ha colpito la struttura blindata e i quattro soldati sono stati raggiunti da schegge di vetro e pietrisco.
Unifil: « I razzi probabilmente lanciati da Hezbollah »
« Due razzi da 122 millimetri hanno colpito il quartier generale del Settore Ovest a Shama, provocando il ferimento di quattro caschi blu italiani che stanno ricevendo assistenza presso l’ospedale della base. Fortunatamente, nessuno dei feriti è in pericolo di vita ». È quanto si legge in una nota di Unifil, che – sui fatti di oggi, « il terzo attacco contro questa base Unifil a Shama in una settimana » – precisa come i « razzi, probabilmente lanciati da Hezbollah o gruppi affiliati », abbiano « colpito un bunker e un’area logistica utilizzata dalla polizia militare internazionale, provocando danni significativi alle infrastrutture vicine ».
« Una delle strutture colpite ha preso fuoco, ma – precisa il comunicato – l’incendio è stato spento rapidamente dal personale della base ».
Chi sono i feriti
Sono quattro caschi blu della Brigata Sassari i militari rimasti feriti, a quanto pare lievemente, nell’attacco alla base Unifil in Libano. È quanto apprende l’Ansa. La Brigata Sassari ha assunto il comando del contingente italiano e del Settore Ovest di Unifil ad agosto scorso e rimarrà nell’area operativa fino a febbraio.
I 500 « Dimonios » della Sassari appartengono al Comando Brigata, al 151º Reggimento Fanteria, al Reggimento Logistico, al 5º Reggimento Genio Guastatori di Macomer e al 45º Reparto Comando e Supporti Tattici « Reggio ».
Le reazioni
Immediata la condanna delle istituzioni, a partire dalla premier Giorgia Meloni: « Tali attacchi sono inaccettabili – scrive la premier su Facebook – e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di Unifil e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili ».
« Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo – è la reazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto – Ancora più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile ».
A colpire la base italiana dell’Unifil a Shama « dovrebbero essere stati due missili lanciati da Hezbollah. È inaccettabile quello che sta accadendo », ha dichiarato ai microfoni di SkyTg24 il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. « Così come lo abbiamo detto a Israele: di prestare la massima attenzione, di impedire che ci fossero proiettili, anche d’artiglieria, che colpissero la nostra base, lo diciamo con altrettanta fermezza: i militari italiani non si possono toccare ».
Lo diciamo anche a Hezbollah: deve essere molto chiaro che questa organizzazione non può pensare di giocare con le armi. Se non le sanno usare, decidano di fare altro. Ma se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane, hanno sbagliato. Quindi lo dico con grande determinazione, con grande fermezza: i soldati italiani non si toccano ».
Di Giulia Avataneo. (TG LA7)