(Roma, 02 ottobre 2024). Di un attacco iraniano contro Israele si parlava da luglio, da quando cioè a Teheran è stato ucciso il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Alla fine, il nuovo raid è arrivato nel primo giorno di ottobre e la domanda sorge spontanea: come mai l’ayatollah Khamenei, leader spirituale della Repubblica Islamica e vero capo delle forze armate, ha deciso di attaccare proprio adesso ?
Le parole di Netanyahu
La risposta al quesito forse va rintracciata nel discorso che lunedì ha tenuto, direttamente dal suo ufficio, il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il capo dell’esecutivo si è rivolto per la prima volta agli iraniani. Ma non alla guida suprema, agli ayatollah o ai guardiani della rivoluzione. Né tantomeno alla leadership politica degli iraniani. Al contrario, Netanyahu ha direttamente parlato ai cittadini iraniani. Toccando così un nervo molto scoperto per Teheran: “Presto sarete liberi – ha dichiarato – Israele è con voi”. Parole non certe dette a caso. Lo Stato ebraico non ha mai reciso i legami con il Paese al momento rivale. Anche perché la rivalità, per l’appunto, è nata solo con la Repubblica Islamica e non prima.
Ai tempi dello Shah Reza Phalavi i contatti tra israeliani e iraniani erano molto forti, tanto a livello politico quanto commerciale. E nell’aprile del 2023, quando ancora non era esplosa la guerra a Gaza, l’erede dello Shah ha visitato Gerusalemme e Tel Aviv. Netanyahu ha così voluto rivendicare i legami storici tra i due Paesi e mettere il coltello nella piaga più dolorosa per gli ayatollah: la distanza cioè tra parte della popolazione e i vertici della Repubblica Islamica. Il premier israeliano, con le sue parole, ha quasi invitato il popolo iraniano a mettere definitivamente in discussione il sistema di potere nato con la rivoluzione del 1979.
La risposta di Khamenei
Per i leader della Repubblica Islamica, le frasi di Netanyahu hanno assunto l’aspetto di una linea rossa. Israele in questi mesi ha dato prova della sua maggior forza militare rispetto agli alleati di Teheran e ovviamente all’Iran stesso. Ma l’appello diretto di Netanyahu al popolo iraniano, è stato preso quasi alla stregua di un vero atto di guerra.
Ed è probabilmente anche per questo che Khamenei ha scelto di mostrare la forza. Non solo a Israele ma, soprattutto, agli stessi iraniani. Un modo per far vedere che la Repubblica Islamica non rappresenta il passato e può ancora colpire all’esterno. Provando, al tempo stesso, a serrare i ranghi interni e sperare in una certa unità nazionale dopo mesi di tensioni. Quanto tutto questo costerà all’attuale leadership di Teheran è ancora tutto da vedere.
Di Mauro Indelicato. (Inside Over)