(Roma, 07 agosto 2024). I cittadini israeliani si attrezzano in attesa dell’attacco a firma di Teheran che tarda ad arrivare: scorte pronte e bunker allestiti per la sopravvivenza
I cittadini israeliani attendono nei bunker l’ora X. Tra tv e radio per seguire le notizie, scatolame e filtri per l’aria, questa volta l’attesa potrebbe essere molto lunga: come ha « promesso » Nasrallah, l’attesa sarà « la peggiore punizione » per Tel Aviv. Qui è la legge che impone la presenza di una stanza blindata per piano in ogni edificio (i cosiddetti mamak). In allerta gli ospedali: nella capitale la clinica Ichilov ha sgomberato il proprio parcheggio sotterraneo, per renderlo un dedalo di corsie d’emergenza. Diverse sono, invece, le mamad, le stanze blindate che la maggior parte degli appartamenti possiede.
Nelle ultime ore, l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione dei quartieri Masheya e Sheikh Zayed della città di Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, chiedendo ai residenti di spostarsi verso sud, a Gaza City. « Hamas e le organizzazioni terroristiche lanciano razzi dalla loro regione verso lo Stato di Israele. L’Idf agirà con forza e immediatamente contro di loro », ha scritto su X in arabo il portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee. Nelle ultime settimane, le forze israeliane hanno ordinato l’evacuazione di parti del sud, del centro e del nord della Striscia, riducendo ulteriormente la parte « sicura » dell’enclave e costringendo migliaia di persone ad abbandonare le proprie case e i propri rifugi. Si stima che nove persone su dieci nella Striscia siano state costrette a lasciare le proprie case o i propri rifugi, più di una volta dall’inizio della guerra.
Intanto, i reporter di Al Jazeera Arabic riferiscono che l’esercito israeliano ha preso d’assalto la città palestinese di Qalqilya, in Cisgiordania, all’alba, con il supporto di veicoli blindati. Raid simili nelle giornate di ieri e lunedì sempre in Cisgiordania hanno ucciso almeno 12 palestinesi. Da Washington, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha sollecitato sia Israele che l’Iran a evitare iniziative che possano causare un ulteriore aumento della tensione in Medio Oriente. « Nessuno dovrebbe causare una escalation di questo conflitto. Abbiamo condotto un’intensa diplomazia con alleati e partner, e comunicato tale messaggio direttamente all’Iran. Abbiamo comunicato tale messaggio direttamente a Israele », ha detto Blinken nel corso di una conferenza stampa.
Non muoiono, tuttavia, le speranze di una de-escalation. Funzionari della Casa Bianca hanno detto martedì di ritenere che il lavoro di Joe Biden, che unisce deterrenza a intensa attività diplomatica, potrebbe dare i suoi frutti. L’Iran potrebbe riconsiderare un piano di ritorsione importante dopo l’assassinio, una settimana fa a Teheran, dell’ormai ex capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Gli Hezbollah libanesi sono ancora un’incognita. Lo scrive l’editorialista David Ignatius sul Washington Post.
L’Iran potrebbe ripensare ai suoi piani dopo che gli Stati Uniti hanno fatto convergere i loro asset nella regione e hanno fatto arrivare alla Repubblica Islamica messaggi che avvertono del forte rischio di una grave escalation e di conseguenze importanti per la stabilità del governo del nuovo presidente Masoud Pezeshkian.
Di Francesca Salvatore. (Il Giornale)