(Roma, 07 luglio 2024). Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che potrebbe invitare il presidente siriano Bashar al Assad in Turchia « in qualsiasi momento ». Questo gesto rappresenta un possibile tentativo di riconciliazione dopo la frattura tra Ankara e Damasco, iniziata con la guerra in Siria nel 2011. « Possiamo mandare un invito (ad Assad) in qualsiasi momento », ha affermato Erdogan ai giornalisti dell’agenzia di stampa ufficiale « Anadolu » durante un volo di ritorno da Berlino, dove ha seguito l’ultimo incontro della squadra nazionale agli europei di calcio. All’inizio del conflitto siriano, la Turchia cercava di rovesciare il regime di Assad, sostendo vari gruppi di ribelli in risposta alla violenta repressione delle proteste pacifiche del 2011. Tuttavia, recentemente, Ankara ha dimostrato una maggiore volontà di evitare la formazione di un « corridoio del terrore » nel nord della Siria.
Erdogan ha da tempo suggerito che potrebbe rivalutare i rapporti con Assad. Il presidente turco ha rivelato che alcuni leader, tra cui il presidente russo Vladimir Putin, hanno proposto un incontro con Assad in Turchia. « Siamo arrivati a un punto in cui, se Bashar al Assad farà un passo verso migliori relazioni con la Turchia, risponderemo con la stessa apertura », ha dichiarato Erdogan. Come ricorda il quotidiano turco “Daily Sabah”, i due paesi hanno cercato lo scorso anno una riconciliazione attraverso colloqui promossi da Russia e Iran, ma ad oggi gli incontri non hanno prodotto risultati concreti nella normalizzazione dei rapporti. Le recenti dichiarazioni dei due presidenti rappresentano però la volontà di invertire la tendenza. Tuttavia, un presunto abuso perpetrato da un siriano a una bambina nell’Anatolia centrale ha fatto tornare in primo piano il sentimento ostile di una parte della comunità turca verso i rifugiati siriani, innescando tensioni su larga scala. Secondo l’Onu, la Turchia ospita circa 3,2 milioni di rifugiati siriani su una popolazione di 85 milioni di abitanti.
La Turchia fornisce ancora oggi assistenza politica e militare all’opposizione nel nord della Siria e che le truppe turche sono di stanza nel governatorato nordoccidentale di Idlib e in alcune parti delle campagne di Aleppo, nel nord del Paese. Secondo quanto ha riferito il quotidiano siriano “Al Watan” citando una fonte diplomatica a condizione di anonimato, la capitale irachena Baghdad ospiterà prossimamente un incontro turco-siriano nell’ambito del percorso verso la normalizzazione delle relazioni tra Ankara e Damasco. Un passo del genere, secondo il quotidiano, può rappresentare “l’inizio di un lungo processo di negoziazione che potrebbe portare a intese politiche e sul campo”. Precedentemente, la Turchia aveva esortato l’Iraq a partecipare a un dialogo con la parte siriana, senza la partecipazione di altre parti e lontano dai media, per discutere tutti i dettagli necessari a ripristinare le relazioni bilaterali con Damasco. Secondo alcune fonti citate da “Al Watan”, l’avvio di un dialogo per riavvicinare la Turchia e la Siria riscuote “ampio sostegno” non solo dei paesi arabi, ma anche della Russia e della Cina.
Le relazioni tra la Turchia e la Siria sono entrate in crisi nel 1998, quando Ankara ha accusato il governo siriano di sostenere il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), designato come “organizzazione terroristica”. Le tensioni sono poi aumentate nel 2011 a seguito dello scoppio della guerra civile in Siria e del conseguente afflusso di milioni di sfollati siriani in Turchia. Al tempo, Erdogan, allora ancora primo ministro, criticò fortemente Assad per aver perpetrato violenze “contro il suo stesso popolo”, etichettandolo come “terrorista”. Nel contesto del conflitto civile siriano, che ha provocato la morte di migliaia di persone, la Turchia ha sostenuto le forze ribelli in opposizione al governo di Assad. Inoltre, dal 2018 le forze turche hanno gradualmente intensificato le incursioni nell’area settentrionale del territorio siriano contro le milizie curde dell’Unità di protezione popolare (Ypg), ramo del Pkk.