Hamas e i leader talebani : in una foto l’asse del male

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(Roma, 24 maggio 2024). La stretta di mano è calorosa ed i due sorridono come se fossero vecchi amiconi della guerra santa, da Gaza all’Afghanistan

La stretta di mano è calorosa ed i due sorridono come se fossero vecchi amiconi della guerra santa, da Gaza all’Afghanistan. Ieri i talebani hanno pubblicato le fotografie dell’incontro fra il più importante rappresentante all’estero di Hamas, l’esule a cinque stelle Ismail Haniyeh (a sinistra nella foto), e due pezzi grossi del regime oscurantista talebano. Il primo è mullah Abdul Ghani Baradar, vice premier ad interim e il secondo Amir Khan Muttaqi, ministro degli Esteri. Il capoccia degli oltranzisti palestinesi è come sempre in giacca senza cravatta ed i talebani in tunica, pantaloni a sbuffo e turbante. L’incontro è avvenuto a Teheran a margine dei funerali del presidente iraniano Ebrahim Raisi. Le foto sono state postate su X dal portavoce del ministero degli esteri di Kabul senza specificare nulla sui contenuti dell’incontro.

Certo non avranno parlato di aria fritta, soprattutto con Baradar che era stato ministro della Difesa nel primo emirato talebano ed è un veterano della guerra santa, come Haniyeh. Il comune odio nei confronti di Israele, la fratellanza sunnita e la predisposizione al Jihad accomuna gli estremisti palestinesi e afghani.

Per non parlare del fatto che il paese al crocevia dell’Asia, dopo la Caporetto occidentale del 2021, è ridiventato un rifugio sicuro o terreno di battaglia per 22 gruppi terroristici. L’ultimo rapporto delle Nazioni Unite denuncia che Al Qaida, grazie ai talebani, ha aperto altri 8 campi di addestramento in Afghanistan. Non solo: il paese è diventato il santuario dei talebani pachistani (Tehreek-e-Taliban Pakistan), responsabili dei crescenti attacchi nello stato vicino che hanno provocato un migliaio di vittime fra soldati e forze di sicurezza.

Le Nazioni Unite denunciano pure che i «cugini» pachistani dell’Emirato sono stati armati con fucili di precisione M 24, mitragliatori A4, visori notturni e altro equipaggiamento a stelle e strisce abbandonato negli arsenali afghani prima del tracollo dei governativi. Il leader dei talebani pachistani, Noor Wali Mehsud, riceve da Kabul 50mila dollari al mese per sostenere la causa e il suo portafoglio.

Fra i gruppi terroristici spicca l’Isis Khorasan, che considera i talebani al potere troppo mollaccioni e li colpisce a chiazza di leopardo con attentati kamikaze.

Il buco nero afghano, dopo la scomparsa dalle cronache, ha inghiottito 14 milioni di donne e ragazzine. Non solo devono indossare il burqa per uscire di casa, ma possono andare a scuola solo fino a 12 anni e da aprile è stata reintrodotta la lapidazione per le adultere.

Il leader supremo, Hibatullah Akhundzada, ha annunciato dal suo eremo di Kandahar, che «qualcuno potrebbe definirla una violazione dei diritti delle donne, quando le lapidiamo o le fustighiamo pubblicamente per aver commesso adulterio essendo in conflitto con i loro principi democratici», ma «io rappresento Allah, e loro Satana».

Il connubio con Hamas è la ciliegina sulla torta di un Emirato oscurantista, che culla il terrore e tornerà, prima o dopo, a scoppiare in faccia all’Occidente come l’11 settembre.

Di Fausto Biloslavo. (Il Giornale)