Gaza : WSJ, Hamas non avrebbe abbastanza ostaggi vivi per trattare la tregua

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(Roma, 11 aprile 2024). Il quotidiano si basa su fonti Usa e israeliane

Hamas potrebbe non avere ostaggi vivi per poter stipulare una tregua per il cessate il fuoco. Se così fosse,  si complicherebbero i colloqui in corso fra il movimento islamico di resistenza e il governo di Israele per rilasciare 40 ostaggi fra donne, bambini, vecchi e malati rapiti nell’assalto del 7 ottobre scorso.

Le fonti

A riportare la notizia il Wall Street Journal che attribuisce l’allarme a fonti americane, in particolare a  « funzionari israeliani ed americani, i quali ritengono che il numero dei morti  potrebbe essere più alto » rispetto ai 34 ostaggi confermati dalle  Forze di difesa israeliane.

Le stesse fonti riferiscono che sui 129 rapiti ancora ostaggio di Hamas « alcuni » sarebbero stati uccisi dai raid israeliani a Gaza, altri sarebbero morti per malattia o per le ferite riportate durante il loro rapimento il 7 ottobre scorso. L’esercito israeliano ne conta in tutto 34, ma appunto, al Wall Street Journal gli stessi funzionari americani e israeliani, in privato, ne stimano un numero più alto.

Le trattative

I colloqui su Gaza intanto proseguono comunque: Israele non si tira indietro e lo fa sapere. Stamani aveva già deciso di riunire il Gabinetto di guerra questa sera sulle trattative al Cairo e sulla situazione in Iran. Gerusalemme attende ancora una risposta ufficiale di Hamas alle proposte dei mediatori degli Usa, dell’Egitto e del Qatar per una tregua a Gaza, con il conseguente il rilascio degli ostaggi, ma c’è anche la spada di Damocle dell’Iran. Teheran minaccia attacchi di ritorsione per l’uccisione, attribuita ad Israele, di sette persone tra cui un generale dei Pasdaran a Damasco.

L’ira di Hamas

Intanto il movimento islamico di resistenza se la prende con Netanyahu: aver ucciso tre figli e alcuni nipoti del leader Ismail Haniyeh, dimostra -sostiene-  « la disperazione » del primo ministro israeliano e il suo intento di « minare i colloqui di pace in corso », strumenti sporchi per far saltare il tavolo.

Di Francesca Roversi. (TG LA7)