Mar Rosso: Houthi «danneggiano cavi sottomarini», comunicazioni a rischio

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(Roma, 26 febbraio 2024). La marina yemenita, controllata dagli Houthi, ha attaccato con missili e droni la petroliera americana Torm Thor, che si trova nel Golfo di Aden, oltre ad alcune navi da guerra Usa nel Mar Rosso. Ad annunciarlo è stata la testata Al-Masirah, che fa capo al movimento sciita yemenita alleato di Hamas e sostenuto dall’Iran. Ma non è tutto. I miliziani avrebbero danneggiato quattro cavi sottomarini nel Mar Rosso, tra Gedda, in Arabia Saudita, e Gibuti, nell’Africa orientale.

Lo riferisce il quotidiano israeliano d’informazione economica «Globes», secondo cui i cavi danneggiati sarebbero AAE-1 (Asia-Africa-Europe 1, esteso 25 mila chilometri, dal sud-est asiatico all’Europa, attraverso l’Egitto, che collega Hong Kong, Vietnam, Cambogia, Malesia, Singapore, Thailandia, India, Pakistan, Oman, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Yemen, Gibuti, Arabia Saudita, Egitto, Grecia, Italia e Francia); Seacom (cavo di 17 mila chilometri che collega Sudafrica, Kenya, Tanzania, Mozambico, Gibuti, Francia e India); Europe India Gateway (Eig), cavo in fibra ottica di 15 mila chilometri che collega Regno Unito, Portogallo, Gibilterra, Monaco, Francia, Libia, Egitto, Arabia Saudita, Gibuti, Oman, Emirati e India; Tgn.

I danni provocati dagli Houthi «stanno già causando gravi interruzioni delle comunicazioni internet tra Europa e Asia, con danni soprattutto nei paesi del Golfo e in India», riporta «Globes». Si stima che il danno alle attività di comunicazione sia significativo, ma non critico perché altri cavi passano attraverso la stessa regione collegando Asia, Africa ed Europa e non sono stati colpiti. Secondo le stime, la riparazione di un numero così elevato di cavi sottomarini potrebbe richiedere almeno otto settimane e comporterebbe l’esposizione a rischi dovuti alle attività degli Houthi. Le società di telecomunicazioni saranno costrette a cercare aziende disposte a eseguire i lavori di riparazione e probabilmente a pagare loro un premio di rischio elevato.

(Il Tempo)