(Roma, 01 febbraio 2024). Secondo i media turchi, è un atto legato alle operazioni israeliane nella Striscia. Ankara intensifica le operazioni contro i miliziani separatisti curdi del Pkk, uccisi 63 membri del Pkk in bombardamenti negli ultimi tre giorni nel Nord dell’Iraq
Un uomo armato sta tenendo in ostaggio sette dipendenti in una fabbrica del gruppo americano Procter & Gamble (p&g) situata alla periferia di Istanbul, nel nord-ovest della Turchia. Lo riferiscono i media turchi, precisando che l’uomo avrebbe giustificato il suo atto denunciando le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza.
Le immagini diffuse dalla stampa turca mostrano auto della polizia che bloccano l’accesso alla fabbrica dell’azienda americana a ovest di Istanbul. La denuncia è arrivata anche dal sindacato dei dipendenti Umut-Sen.
Intanto oggi l’esercito di Ankara ha reso noto che altri 63 membri del Pkk sono stati uccisi negli ultimi tre giorni nel Nord dell’Iraq. Negli ultimi 13 mesi, sempre secondo i dati dell’esercito, 2.541 terroristi sono stati eliminati tra Iraq e Siria. Pochi giorni fa, il ministro della Difesa aveva ribadito la determinazione di Ankara a eliminare miliziani del Pkk depositi di armi e munizioni, rifugi e postazioni.
Il governo turco negli ultimi anni ha stabilito diverse « basi » in Nord Iraq. L’area dove sono collocate le postazioni militari corrisponde alle montuose province oltre confine, sottoposte alla legislazione del governo del Kurdistan iracheno, autonomo ma non indipendente da Baghdad e da sempre dominato dal potente clan curdo Barzani. I Barzani sono da anni in guerra con il Pkk; a loro volta i separatisti curdi non riconoscono il governo del Kurdistan iracheno e creano non pochi grattacapi al potente clan. La guerra tra la Turchia e il Pkk è iniziata nel 1984. Si calcola che da allora le vittime siano state circa 50 mila. Il Pkk, partito curdo dei lavoratori, è un movimento separatista considerato un’organizzazione terroristica da USA e Unione Europea.