(Roma, 17 gennaio 2024). Il Consiglio iscrive Yahia Sinouar nell’elenco dei terroristi. Asset congelati e divieto di fare affari con lui. Il plauso di Israele
Il leader politico di Hamas nella lista nera dell’Unione europea. Yahia Sinouar è stato iscritto nella lista Ue dei terroristi, e pertanto sarà oggetto, con effetto immediato, al congelamento di qualunque bene presente su suolo comunitario. La decisione è stata presa dal Consiglio dell’Ue quale risposta a dodici stelle agli attacchi sferrati da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, che ha prodotto oltre 1.100 vittime. Da qui il verdetto: Yahia Sinouar è un terrorista. Sono stati i ministri economici, in occasione della riunione del consiglio Ecofin, a convalidare la decisione, sottoscritta da Vincent van Peteghem, ministro delle Finanze belga e presidente di turno dell’Ecofin.
La lista nera dell’Ue, che raggruppa le organizzazioni terroristiche e le persone che lavorano con o per tali organizzazioni è stata istituita per la prima volta nel 2001, sulla scia degli attacchi alle torri gemele di New York. Hamas è stata riconosciuta come organizzazione terroristica nello stesso anno, e inserita immediatamente nella lista nera dell’Unione.
Le persone colpite da misure restrittive, che l’Ue può imporre anche autonomamente, si vedono negare accesso e transito su territorio dell’Unione europea più il congelamento di denaro e beni di proprietà detenuti in qualunque Stato membro. Condizioni che valgono anche per il leader politico di Hamas, Yahia Sinouar, a cui è vietato prestare sostegno. In base alla decisione varata dal Consiglio dell’Ue, è inoltre «vietato agli operatori comunitari mettergli a disposizione fondi e risorse economiche». Non si possono fare affari con lui, quindi. Delegittimata una volta di più, quindi, il braccio armato delle rivendicazioni palestinesi. Bruxelles incassa l’apprezzamento del ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz. «Mi congratulo con gli Stati membri dell’Unione Europea. Questa è una decisione giusta e morale». Quindi annuncia e promette: «Continueremo a sradicare la radice del male, a Gaza e ovunque alzi la testa». Parole che non sembrano aprire la strada a eventuali tregue alla risposta militare israeliana nei territori palestinesi.