(Roma, 03 gennaio 2024). Le forze israeliane sono già alla ricerca dei tunnel di Hezbollah, un sistema di cunicoli ritenuto più sofisticato di quello di Hamas
La guerra tra Israele ed Hamas ha acceso i riflettori sull’intricato sistema di tunnel sotterranei conosciuto come la « metro di Gaza » ma a poche ore dall’omicidio mirato del numero due dell’organizzazione islamista eseguito dallo Stato ebraico a Beirut e con Hezbollah che annuncia di avere “le dita sul grilletto”, l’attenzione si accende su un altro « mondo di sotto », quello costruito proprio dal movimento sciita libanese nel sud del Paese dei cedri.
Uno studio sul sistema sotterraneo costruito in Libano è stato pubblicato nel 2021 da Tal Beeri, direttore dell’Alma Research Department che in passato ha prestato servizio anche nelle unità d’intelligence dell’Idf. Ai giornalisti del Times of Israel che l’hanno intervistato in queste ore l’esperto ha confermato senza esitazioni come la rete di cunicoli realizzata da Hezbollah sia “molto più sofisticata” di quella di Hamas. Un sospetto che si era materializzato già nel 2019 quando le forze di Tsahal avevano mostrato una sezione di una galleria usata dai miliziani sciiti dotata di collegamenti elettrici e sistemi di comunicazione che si estendeva dal Libano al nord di Israele raggiungendo una profondità di 80 metri.
“Sin dall’inizio le operazioni di scavo sono state fatte con il supporto della Corea del Nord”, afferma Beeri il quale sostiene che la collaborazione con gli uomini di Pyongyang, esperti nella costruzione di gallerie in territori montagnosi e rocciosi, sia cominciata negli anni Ottanta. Il sostegno dell’Iran sarebbe poi diventato fondamentale a seguito della seconda guerra del Libano del 2006. Inoltre Hezbollah, divenuta di fatto autosufficiente, avrebbe costituito delle imprese di costruzione per ampliare la sua ragnatela sotterranea.
Il ricercatore israeliano afferma di aver identificato diversi tipi di gallerie. Una prima tipologia, i cosiddetti “tunnel di attacco”, consiste in cunicoli particolarmente larghi e lunghi che “possono essere percorsi con veicoli e persino con camion di medie dimensioni”. Una descrizione che ricorda in parte la sezione di tunnel scoperta a Gaza e mostrata dall’Idf qualche giorno fa ai reporter che potrebbe essere stata usata dai fedayn per eseguire gli attentati del 7 ottobre.
Ci sono poi le « gallerie tattiche » rintracciate e distrutte dall’Idf dopo l’operazione Northern Shied del 2019 che, collocate vicino ai villaggi, permettono ai miliziani di combattere e fare fuoco per poi sparire nel sottosuolo e riemergere se necessario. Anche la terza tipologia di tunnel, quelli definiti « di prossimità » ma che non conducono in territorio israeliano, è impiegata per colpire i militari dello Stato ebraico. A chiudere la lista c’è poi la categoria dei « tunnel esplosivi » utilizzati solo per piazzarvi dispositivi da far detonare al passaggio dei soldati israeliani.
L’Idf monitora costantemente la minaccia libanese e fa sapere che è impegnata in operazioni di ricerca allo scopo di localizzare qualsiasi infrastruttura, in superficie o nel sottosuolo, costruita da Hezbollah. Lo scenario dell’allargamento del conflitto alla frontiera nord di Israele è più che una possibilità e, come a Gaza, per le forze di Tsahal trovare i tunnel dei terroristi sciiti rappresenterebbe un vantaggio strategico in caso di guerra aperta contro il partito di Dio.
Di Valerio Chiapparino. (Il Giornale)