(Roma, 29.12.2023). Il bilancio delle vittime nella Striscia sale a 21.500 morti, mentre proseguono le trattative al Cairo per una tregua
21.500 morti in meno di tre mesi: questo il bilancio aggiornato delle vittime a Gaza. La guerra prosegue senza sosta con nuovi raid di Israele concentrati nel sud della Striscia – ma non solo – è stato centrato un obiettivo importante: distrutto uno dei nascondigli della primula rossa di Hamas, Yahya Sinwar, situato nella periferia di Gaza City. Nel Nord le forze armate di Netanyahu hanno ucciso decine di terroristi armati e hanno reso noto che nel blitz nel rifugio del leader del gruppo terroristico palestinese è stato distrutto anche un pozzo profondo venti metri che conduceva a un tunnel lungo duecentodiciotto metri con diverse diramazioni. L’Idf ha evidenziato che il nascondiglio era dotato di elettricità, sistemi di filtraggio dell’aria, impianti idraulici, sale di riposo e di preghiera e altre attrezzature.
Prosegue la caccia ai leader di Hamas in tutta Gaza, dunque, ma non solo. Nel centro della Striscia le forze israeliane hanno colpito il campo profughi di Nuseirat: bilancio di 20 morti e diversi dispersi. Un attacco che per molti versi ha ricordato quello nel campo di Al-Maghazi, dove sono stati annotati 70 decessi. Zone strategiche per Hamas secondo l’Idf, ma si teme per l’incolumità di civili e mezzi umanitari. Da questo punto di vista, l’agenzia Onu per i rifugiati ha denunciato che l’esercito ha sparato contro un convoglio di aiuti. Ma il conflitto non riguarda unicamente Gaza.
In Cisgiordania una vettura guidata da un palestinese ha travolto e ferito quattro israeliani nei pressi di Hebron, l’assalitore è stato eliminato dai soldati. In Libano, invece, sono stati identificati numerosi lanci di razzi da nord. L’Idf ha inoltre risposto con fuoco di artiglieria contro una « infrastruttura di Hezbollah ». Le forze israeliana hanno ripreso a colpire l’area dell’aeroporto di Damasco, possibile nascondiglio delle forniture militari per i terroristi palestinesi: l’obiettivo è indebolire il fronte sciita filo-iraniano.
La guerra ma anche la pace. Tra mille difficoltà, in Egitto si cerca una soluzione per garantire almeno una tregua. Registrato un confronto tra i mediatori del Cairo e gli emissari di Hamas. Entrando nel dettaglio del piano di al Sisi, sul tavolo ci sarebbero delle tregue rinnovabili, un rilascio scaglionato di ostaggi da Hamas in cambio di prigionieri palestinesi in Israele e, infine, un cessate il fuoco duraturo. La strategia prevederebbe inoltre l’istituzione di un governo tecnico palestinese frutto di un accordo tra tutte le fazioni dei Territori per la gestione e la ricostruzione di Gaza. Preoccupazione per gli ostaggi nonostante le rassicurazioni di Netanyahu: « Lavoriamo per riportarli tutti indietro », le sue parole alle famiglie dei prigionieri.
Di Massimo Balsamo. (Il Giornale)