(Roma, 25.12.2023). Gli Stati Uniti “profondamente preoccupati”. Il dissidente russo è stato trasferito in un centro di detenzione oltre il circolo polare. Qui si trovavano i peggiori gulag di epoca sovietica. Il suo portavoce: “Anche dietro le sbarre poteva influenzare la campagna elettorale”
Partendo da Mosca, si percorrono 2mila chilometri verso nordest. Bisogna poi superare il circolo polare artico ed essere pronti ai meno 30 di questi giorni. Qui, nel villaggio siberiano di Kharp, sorge la colonia penale IK-3, dove si ritrova detenuto il dissidente russo Alexei Navalny.
Erano tre settimane che di lui non si avevano notizie. Il più temibile avversario del presidente russo Vladimir Putin, che spesso aveva denunciato gli episodi di corruzione del Cremlino, è stato condannato nel 2021 a 19 anni di reclusione per estremismo. Era recluso in una prigione nel centro della Russia a 230 chilometri da Mosca poi, tre settimane fa, di lui si sono perse le tracce.
Il sollievo dei suoi legali per averlo ritrovato dietro alle sbarre di IK-3 è mitigato dalla durezza delle condizioni di Kharp. Navalny “sta bene, almeno per quanto è possibile nella sua condizione” ha riferito il portavoce del dissidente, Kira Yarmysch, aggiungendo che un legale ha potuto visitarlo. Anche il Dipartimento di Stato americano si è felicitato per la ricomparsa del dissidente, ma si è detto “profondamente preoccupato” per le sue condizioni durante “l’ingiusta detenzione”.
Raggiungere Navalny, per i suoi stretti collaboratori, non sarà facile d’ora in poi. La città più vicina a Kharp, Vorkuta, si trova a 100 chilometri. La regione di Yamalo-Nenets dove il centro di detenzione si trova, ha ospitato ai tempi dell’Unione Sovietica come alcuni fra i più duri gulag associati a miniere di carbone.
“E’ pressoché impossibile raggiungere la colonia. E’ pressoché impossibile recapitare lettere lì. E’ forse il più alto livello di isolamento che sia possibile al mondo” ha aggiunto su X il responsabile della strategia di Navalny, Leonid Volkov.
Secondo Yarmish ha aggiunto che il trasferimento del dissidente è legato alle prossime elezioni presidenziali di marzo, in cui Putin punta a essere rieletto come capo del Cremlino. “Lo hanno deliberatamente mandato in quella particolare colonia per isolarlo il più possibile, per non dargli l’opportunità di comunicare con il mondo. Questo sta accadendo proprio perché, nonostante sia in prigione, resta sempre il principale oppositore di Putin”.