I cadaveri, l’esercito nelle strade e il caos politico. Scene e immagini drammatiche che arrivano da Guayaquil, la città che più di tutte le altre registra casi positivi di coronavirus in Ecuador. Secondo quanto riferito dai media del Paese, i corpi dei morti nelle case, per il virus o per altri motivi, vengono gettati sui marciapiedi, negli angoli, nei portoni o nei contenitori dell’immondizia, avvolti in rudimentali sacchi di plastica.
Il problema del recupero dei cadaveri in città dura da più di una settimana, e immagini impressionanti sono circolate sui social network. «È difficile verificare la veridicità di tutte le informazioni che arrivano», spiega Francesco Bonini, cooperante italiano della ong toscana Cospe. «Tuttavia la situazione è drammatica e Guayaquil è sicuramente l’epicentro del contagio». Il ritardo e la paura di contrarre il coronavirus hanno portato i cittadini a scelte disperate e, tra domenica e lunedì, i cadaveri di persone decedute con sintomi di Covid-19 o altre patologie sono apparsi negli angoli della città, dove tra le altre cose le temperature sono molto alte . Testimoni denunciano di aver chiamato i numeri di emergenza per far ritirare i morti, ma nessuno ha dato loro una soluzione e i corpi sono rimasti in casa per due e anche quattro giorni di attesa.
Le autorità ecuadoriane hanno riconosciuto le difficoltà nel ritirare i cadaveri delle persone decedute, e di fronte a questa situazione il presidente Lenin Moreno ha annunciato lunedì la creazione di una Task Force sotto la responsabilità di Jorge Wated, Wated ha riferito che le misure per velocizzare le sepolture sono state già avviate e che i corpi riceveranno una tomba personale e non saranno messi in una fossa comune, come inizialmente proposto dalle autorità. Nel luogo, era stato anche proposto di realizzare un mausoleo, in ricordo dei deceduti. Il sindaco della città, Cynthia Viteri, è in isolamento a casa, contagiata dal Covid-19, ma si fa ugualmente portavoce delle proteste dei cittadini che chiedono di recuperare i cadaveri dalle case Il portavoce del governo si è scusato in un messaggio trasmesso dalla televisione di stato. Ha dichiarato che gli operatori mortuari non sono stati in grado di tenere il passo con la sepoltura dei morti a causa di un coprifuoco imposto sotto la pandemia. «In tutto il Paese è in vigore il coprifuoco dalle 14 alle 17 e nelle ore mattutine le uscite sono scaglionate sulla base del numero della carta identità, per chi contravviene le misure sono multe da 100 dollari nel primo caso, 400 nel secondo e poi è previsto l’arresto», conclude Bonino. (Corriere)