La proposta algerina, in linea con le decisioni dell’Unione africana contro i cambiamenti anticostituzionali, prevede un periodo di transizione di sei mesi, il tempo necessario per riunire gli attori nigerini attorno al tavolo delle trattative e arrivare a un referendum o elezioni
Le autorità al potere in Niger hanno accettato la mediazione dell’Algeria per trovare una soluzione politica alla crisi. Lo conferma il ministero degli Esteri algerino in una nota. “Questo rafforza l’opzione di una soluzione politica a questa crisi e apre la strada per creare le condizioni necessarie per superarla pacificamente, nell’interesse del Niger e dell’intera regione”, si legge nella nota. Il presidente della Repubblica algerina, Abdelmajid Tebboune, ha incaricato il ministro degli Affari esteri Attaf Ahmed di recarsi a Niamey il prima possibile per avviare discussioni preparatorie per attuare l’iniziativa algerina con tutte le parti coinvolte. La proposta algerina, in linea con le decisioni dell’Unione africana contro i cambiamenti anticostituzionali, prevede un periodo di transizione di sei mesi, il tempo necessario per riunire gli attori nigerini attorno al tavolo delle trattative e arrivare a un referendum o elezioni.
Il Niger è stato teatro di un golpe lo scorso 26 luglio che ha deposto il presidente Mohamed Bazoum e ha portato al potere una giunta militare guidata dal generale Omar Tchiani. La posizione algerina è stata, fin da subito, propensa a perseguire la linea del dialogo e della diplomazia, tanto che alla fine di agosto il presidente Tebboune ha proposto un’iniziativa per risolvere la crisi politica nigerina con un periodo di transizione di sei mesi a guida civile. L’Algeria ha inoltre proposto di istituire e coordinare un meccanismo di monitoraggio dell’attuazione delle iniziative per risolvere pacificamente la crisi a Niamey. Tebboune, parlando alla 78ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha messo in guardia la comunità regionale, e in particolare la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), dall’intervenire con la forza per ripristinare l’ordine costituzionale nel Paese saheliano, sovvertito dal colpo di stato.