(Roma, 30.09.2023). L’esecutivo di Erevan ha assegnato alloggi temporanei a più di 32 mila sfollati
A partire dal 24 settembre si sono trasferite in Armenia 100.417 persone dal Nagorno-Karabakh. Lo ha riferito il portavoce del gabinetto armeno Nazeli Baghdasaryan. “Ad oggi sono arrivate in Armenia dal Nagorno-Karabakh 100.417 persone. Il ponte Hakari è stato attraversato da 21.043 veicoli”, ha detto Baghdasaryan in un briefing.
Secondo le autorità di Erevan, sono già state registrate oltre 81 mila persone, mentre il governo ha assegnato alloggi temporanei a 32.200 sfollati. In totale, sarebbero 120 mila i cittadini di etnia armena che vivevano nel Nagorno-Karabakh prima dell’operazione militare dell’Azerbaigian. L’Italia – si legge in una nota di Palazzo Chigi – è al lavoro per favorire la stabilizzazione della regione, favorendo il dialogo tra Armenia e Azerbaigian, e ha immediatamente attivato il sistema di Protezione civile, avviando una ricognizione dei beni di assistenza alla popolazione in disponibilità presso le diverse articolazioni del Servizio nazionale e rispondenti alle esigenze espresse dal Paese.
Kavita Belani, rappresentante in Armenia dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), ha fatto appello per “un sostegno urgente” per l’emergenza umanitaria in Armenia. In un punto stampa a Ginevra, Belani ha espresso preoccupazione per il rapido evolversi dell’emergenza umanitaria in Armenia.
Fin dal primo giorno i team dell’Unhcr sono presenti sul campo e al confine, quando sono iniziati ad arrivare i primi gruppi di persone rifugiate esausti, spaventati e preoccupati per il futuro. Erano rimasti bloccati negli ultimi nove mesi. Non sanno cosa accadrà alle case da cui sono fuggiti e se mai potranno tornare. Sono impazienti di sapere cosa accadrà loro e preoccupati del fatto che i loro figli possano accedere all’istruzione. La maggior parte di loro è arrivata con pochi effetti personali e ha bisogno nell’immediato di assistenza urgente, di coperte, lenzuola, assistenza medica, supporto psicosociale e un riparo. I rifugiati vengono registrati dal governo nei centri di registrazione al confine, mentre ci sono una decina di altri centri umanitari in altre regioni. Oltre alla registrazione, questi centri offrono supporto psicosociale immediato, snacks, aree gioco per i bambini e informazioni su alloggi e altri tipi di assistenza.