(Roma, 17.09.2023). Le truppe ucraine verso la Crimea per liberarla. A fare riferimento a un’intercettazione di un soldato russo, che esprime terrore rispetto a quella che definisce una «enorme» forza di carri armati ucraini e 150.000 soldati pronti a liberare la Crimea occupata, è stato il “Kiev Post”. Il quotidiano ucraino ammette che la chiamata intercettata «non è stata verificata in modo indipendente, e la data esatta in cui è avvenuta non è nota», tuttavia, spiega il giornale «la situazione per i soldati di entrambe le parti è difficile mentre la controffensiva dell’Ucraina guadagna slancio».
Secondo il giornale ucraino, in una telefonata intercettata e diffusa dall’intelligence militare ucraina ( HUR ), il militare dice a un amico di aver sentito parlare di tre divisioni di truppe e materiale preparate da Kiev per riconquistare la penisola.
L’intercettazione
«Ho sentito che ancora una volta questi figli di p…stanno preparando qualcosa», dice il militare intercettato.
Beh, cavolo, tre divisioni, 100mila persone. Provengono dall’addestramento», continua. E infine, il soldato russo aggiunge: «Tutti questi carri armati, tutto ciò che hanno preparato, verrà messo in atto adesso dentro adesso, dannatamente. Vogliono riconquistare la Crimea». E poi, sempre secondo il KIev Post, il militare rivede la sua stima iniziale che faceva riferimento a 150.000 soldati ucraini, aggiunge: «Si stanno preparando tre divisioni». Dall’intercettazione emerge come il soldato, al quale il militare riferisce le indiscrezioni sull’imminente attacco di Kiev e della situazione critica in cui si trovano le forze russe in prima linea, cerca di consolarlo dicendo che anche Mosca ha delle riserve, argomenti che, però, non sollevano il soldato. «Beh, abbiamo un po’ di riserve – , dice – sembra che il personale venga addestrato a Chebarkul (la base di addestramento delle forze speciali delle forze armate russe)».
La fonte
Il Kiev Post riferisce che non è chiaro quale sia la fonte del soldato russo intercettato sull’offensiva ucraina in Crimea. Anche perché il quotidiano ucraino ricorda una recente intervista di Zelenskyj, con la conduttrice televisiva ucraina Natalya Moseychuk, in cui il presidente dice che spera che non ci sia uno scontro diretto tra le truppe russe e ucraine in Crimea.
La posizione ucraina
Zelenskyj ha segnalato un cambiamento sfumato nella posizione di Kiev sulla Crimea occupata dalla Russia, spiega ancora il quotidiano, dicendo che crede che se le forze ucraine in avanzamento raggiungessero il confine settentrionale della penisola del Mar Nero, l’esercito russo potrebbe alla fine andarsene senza combattere.
«Se siamo ai confini amministrativi o condizionali con la Crimea, credo che sia possibile spingere politicamente la smilitarizzazione della Russia sul territorio della Crimea ucraina. Credo che questo sarebbe meglio», ha detto Zelenskyj in un’intervista.
La dichiarazione di Zelenskyj, secondo cui la Crimea (un territorio annesso illegalmente dalla Russia nel 2014 e considerato dalla propaganda di stato russa come una parte a pieno titolo della Russia, mai «realmente appartenenuta» all’Ucraina) potrebbe tornare sotto la sovranità di Kiev senza un’offensiva militare convenzionale, ha segnato una sfumatura: ma comunque significativo: un cambiamento nella retorica ufficiale ucraina sulla Crimea.
Oltre l’80% degli elettori ucraini ritiene che il territorio della Crimea, rubato da Mosca, dovrebbe essere restituito sotto il controllo di Kiev con la forza armata.
Sia l’amministrazione Zelenskyj che gli alleati ucraini – da ultimo il presidente polacco Andrzej Duda – hanno affermato negli ultimi mesi che la smilitarizzazione russa della penisola, assolutamente respinta dal Cremlino, deve avvenire affinché la guerra russo-ucraina finisca.
Anche se la chiamata intercettata non è stata verificata in modo indipendente, e la data esatta in cui è avvenuta non è nota, la situazione per i soldati di entrambe le parti è difficile mentre la controffensiva dell’Ucraina guadagna slancio.
I soldati ucraini hanno detto al Kiev Post che avrebbero continuato a combattere, ma il morale è in difficoltà e non si vede una fine rapida.