(Roma, 31.08.2023). Il 29 agosto, una coppia di bombardieri strategici dell’U.S. Air Force B-2 “Spirit”, appartenenti al 509esimo Bomb Wing della base aerea di Whiteman (Missouri), sono atterrati in Norvegia presso l’aeroporto militare di Orland dove hanno condotto un rifornimento di carburante “hot pit”.
L’occasione ha fatto segnare la prima volta che uno di questo bombardieri tocca il suolo dell’Europa continentale, segnalando, come riferisce un comunicato dell’aeronautica statunitense, “l’impegno condiviso tra Stati Uniti e Norvegia per scoraggiare le minacce e rafforzare la Nato”.
Questo particolare rifornimento di carburante consente al B-2 di espandere la sua autonomia e nel contempo ridurre al minimo il tempo a terra. Esercitando la capacità di effettuare rifornimenti in luoghi strategici, gli Stati Uniti sono in grado di aumentare il potenziale di combattimento aereo in tutto il teatro europeo.
“Il rifornimento hot pit emerge come una tattica trasformativa nelle operazioni dei bombardieri, promettendo una maggiore versatilità”, ha affermato il generale James Hecker, comandante delle forze aeree statunitensi in Europa e Africa e del Comando aereo alleato della Nato. “Questa tecnica estende la nostra portata, stabilendo hub operativi temporanei in luoghi scelti strategicamente e persino imprevedibili. Queste capacità adattative sono il nucleo della moderna proiezione della potenza aerea”.
I due bombardieri giunti in Norvegia a Orland, base aerea che è anche hub scandinavo per la flotta di F-35, provenivano dall’Islanda dove il 13 agosto tre B-2 sono atterrati a Keflavik, vicino alla capitale, provenienti direttamente da Whiteman.
Lo schieramento in Islanda per la Bomber Task Force 23-4 è il primo nell’isola dal 2021, quando si sono fermati per un rischieramento durato circa 18 giorni, e soprattutto il primo del bombardiere dopo circa 5 mesi di messa a terra a seguito di un incidente avvenuto il 10 dicembre 2022, quando un B-2 è stato costretto a un atterraggio di emergenza per un non meglio specificato malfunzionamento che ha causato anche un incendio a bordo una volta a terra.
Non è la prima volta che questi bombardieri stealth ad ala volante arrivano in Islanda: la prima assoluta è stata il 28 agosto 2019 quando un B-2 aveva fatto scalo a Keflavik proveniente dalla base della Royal Air Force di Fairford, sempre per effettuare un rifornimento “hot pit”.
Questo tipo particolare di trasferimento di carburante viene effettuato a terra mantenendo accesi i motori del velivolo permettendogli così di passare minor tempo in sosta (e quindi aumentando la durata del volo) in quanto elimina tutte le procedure di sicurezza di spegnimento e accensione dei propulsori.
Le missioni “Bomber Task Force” vengono effettuate periodicamente più volte durante l’anno dai reparti dell’U.S. Air Force che utilizzano bombardieri strategici e servono a integrare velivoli e capacità di Usa e alleati ma anche da dimostrazione della capacità di deterrenza strategica.
L’uso di Keflavik, e ancora più lo scalo norvegese di Orland, permette a un bombardiere a lunga autonomia di penetrare ben al di dentro della regione artica, che da tempo è diventata un altro fronte caldo del confronto tra Nato e Russia.
Due piloti dello Us Air Force 393rd Expeditionary Bomb Squadron si avvicinano a un B-2 Spirit durante la Bomber Task Force 24-4 a Keflavik, in Islanda, il 15 agosto 2023. Foto del sergente Heather Salazar.
“Ogni missione della task force di bombardieri sottolinea l’abilità delle nostre forze armate nell’affrontare l’intricato e imprevedibile terreno di sicurezza globale di oggi, con l’obiettivo di promuovere stabilità, sicurezza e libertà in tutta Europa”, ha affermato ancora il generale Hecker, aggiungendo che “in risoluta unità, gli Stati Uniti sostengono l’impegno della nostra nazione a promuovere la pace e la stabilità in Europa, collaborando incrollabilmente con alleati e partner per contrastare le sfide contro la sovranità delle nazioni in tutta la regione”.
L’arrivo dei B-2 in Islanda ha innescato la quasi immediata reazione della Russia, che nella mattinata di lunedì 14 agosto ha inviato due velivoli da pattugliamento marittimo a lungo raggio tipo Tupolev Tu-142 a sondare le difese dell’Alleanza lungo il Giuk Gap (Greenland, Iceland, United Kingdom Gap), il passaggio aeromarittimo obbligato tra i mari artici e l’Oceano Atlantico Settentrionale. I due Tu-142, nella fattispecie un Bear-F e un Bear-J secondo il codice Nato, sono stati intercettati da Typhoon della Raf mentre transitavano a nord delle Isole Shetland all’interno dell’Adiz (Air Defence Identification Zone) settentrionale del Regno Unito e nella zona di Air Policing nord della Nato.
Sempre in Islanda, nel quadro del rafforzamento del Fronte Nord dell’Alleanza, gli Stati Uniti da tempo sono tornati a schierare stabilmente i pattugliatori marittimi antisom P-8 “Poseidon” e parallelamente hanno rafforzato la cooperazione con la Norvegia che ha visto anche il miglioramento infrastrutturale del porto di Tromsoe, cittadina situata circa 300 chilometri a nord del Circolo Polare Artico, che è stato ingrandito per farne un centro in grado di accogliere i sottomarini nucleari d’assalto statunitensi che così possono operare in un braccio di mare strategico posto a poca distanza dalla “tana” delle unità subacquee russe, ovvero le basi di Murmansk/Poljarnyj nella penisola di Kola.
Mosca ha interessi vitali nell’Artico che non riguardano solo le risorse minerarie ivi presenti (idrocarburi e metalli situati nella piattaforma continentale), ma anche militari: il Mar Glaciale Artico è un “bastione” in cui i sottomarini a propulsione nucleare lanciamissili balistici della Voenno-Morskoj Flot navigano in pattugliamento pronti all’ordine di attacco atomico del Cremlino in caso di crisi irreparabile.
Di Paolo Mauri. (Il Giornale/Inside Over)