Ramzan Kadyrov minaccia Svezia e Danimarca: «dopo l’Ucraina tocca a chi insulta il Corano»

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(Roma, 29.08.2023). Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha minacciato di invadere Svezia e Danimarca per aver consentito i roghi del Corano. Copenhagen prende provvedimenti

Ramzan Kadyrov ha messo nel mirino Svezia e Danimarca dopo il caso dei roghi del Corano avvenuti a Stoccolma e Copenaghen. Il leader della Cecenia, fido alleato di Vladimir Putin, musulmano e conservatore, ha nello specifico minacciato di invadere i due Paesi scandinavi per non aver impedito simili avvenimenti, ritenuti veri e propri atti blasfemi. « Finiamo con l’Ucraina e proseguiamo con quei Paesi che insultano il Corano. Sono sicuro al cento per cento che vinceremo », ha dichiarato Kadyrov in un video rilanciato da Visegrad 24.

Le parole di Kadyrov

Kadyrov ha espresso in più occasioni forti obiezioni a qualsiasi azione percepita come irrispettosa nei confronti dell’Islam, in particolare alla profanazione del Corano. Il leader ceceno ha ripetutamente minacciato ritorsioni contro individui o gruppi coinvolti negli atti di rogo del Corano, considerando tali atti non solo come blasfemi, ma anche come vere e proprie provocazioni che potrebbero incitare alla violenza.

Soltanto qualche settimana fa Al Arabiya riportava un fatto emblematico. Il figlio quindicenne di Ramzan Kadyrov, Adam, sarebbe stato accusato di aver picchiato un ucraino arrestato per aver bruciato il Corano nella città russa di Volgograd.

Il difensore civico per i diritti umani in Cecenia, Mansur Soltaev, ha così ricostruito la vicenda: « Sono partito oggi e ho parlato direttamente con (l’ucraino ndr) Nikita Zhuravel su questo tema. Mi ha detto che durante un incontro personale con Ramzan Akhmatovich Kadyrov, dopo che se n’era andato, è stato picchiato da Adam Kadyrov. Presumibilmente lo ha picchiato sulle mani e sulle gambe. Nessuno può essere esposto a torture e percosse nella Repubblica cecena. Verrà effettuato un controllo specifico ».

I roghi del Corano

Fino a questo momento, i roghi del Corano avevano provocato la piccata reazione della Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Adesso si è esposto ufficialmente, e in maniera abbastanza esplicita, anche Kadyrov. Certo, le minacce dell’alleato di Putin sono presumibilmente più mediatiche che concrete. Resta però il fatto che sono state pronunciate in un periodo delicatissimo, dove ogni dichiarazione può spostare gli equilibri in una o nell’altra direzione.

Lo scorso venerdì, intanto, il governo danese ha presentato un disegno di legge che potrebbe portare al divieto di bruciare il Corano in pubblico. Il ministro degli Esteri di Copenaghen, Lars Lokke Rasmussen, ha dichiarato che la mossa invia un « importante segnale politico » al resto del mondo. Bruciare il libro sacro dell’Islam, secondo la nuova legge, diventerebbe un atto punibile con multe o fino a due anni di prigione. Peter Hummelgaard, ministro della Giustizia danese, ha spiegato che la citata proposta di legge è destinata ad essere inserita nello stesso regolamento che attualmente vieta la profanazione delle bandiere di altri Paesi.

Negli ultimi mesi, diverse copie del Corano sono state bruciate da manifestanti di estrema destra e agitatori islamofobi in Danimarca e nella vicina Svezia. A luglio, centinaia di manifestanti hanno preso d’assalto l’ambasciata svedese a Baghdad in risposta all’incendio del libro sacro davanti all’ambasciata irachena a Stoccolma, la capitale svedese. La Svezia, a differenza della Danimarca, ha recentemente escluso qualsiasi modifica radicale alle leggi sulla libertà di parola, ma ha ribadito che esaminerà misure che consentano alla polizia di fermare il rogo di libri sacri in pubblico se esiste una chiara minaccia alla sicurezza nazionale.

Di Federico Giuliani. (Il Giornale)