(Roma, Parigi, 09.08.2023). Washington e Taipei firmano un accordo commerciale e Pechino non è felice. A Raqqa muoio 10 soldati in un attacco dell’Isis. In Brasile si apre il vertice per l’Amazzonia a cui partecipano altri sette Paesi. Non cessano gli incendi in Portogallo che portano il Paese tra i protagonisti dell’estate più calda e incandescente. Gli eventi in Niger si susseguono alla velocità della luce in un vortice di caos e timore che preannuncia un’imminente guerra. Ecco le cinque notizie del giorno
L’accordo Usa-Taiwan che fa infuriare la Cina
È stato appena firmato parte di un accordo commerciale tra Taiwan e gli Stati Uniti. L’accordo prevede l’intensificazione della cooperazione dell’isola con Washington malgrado il disappunti cinese e rientra nel 21st Century Usa-Taiwan Initiative. È stato il presidente americano Joe Biden ad annunciarne la firma e Taipei ha descritto il patto come il più completo tra le due parti dal 1979 ovvero da quando gli Usa stabilirono le prime relazioni diplomatiche con Pechino.
Il fine ultimo dell’accordo, come indicato dal testo, è quello di “rafforzare e sviluppare le relazioni economiche tra Usa e Taiwan” per un reciproco vantaggio. Nei prossimi mesi vi saranno negoziati su lavoro, commercio digitale e ambiente tra le due parti. La Cina non ha tardato a rispondere dichiarando che Washington “ha dato un segnale sbagliato alle forze separatiste di Taiwan”. Pechino ha espresso tutto il suo disappunto già nel mese di giugno, in previsione di una futura firma.
In Siria muoiono 10 soldati per mano dell’ISIS
Nella cittadina di Maadan Ateeq, nella campagna a est di Raqqa, ex capitale del sedicente califfato in Siria, un attentato terroristico ha provocato dieci morti tra le file delle forze armate siriane e sei feriti. È l’Ong inglese, Osservatorio siriano per i diritti umani, a riferirlo. Secondo quest’ultimo alcune tra le persone ferite si trovano in gravi condizioni. Gli uomini dell’Isis hanno attaccato le postazioni dell’esercito siriano colpendo veicoli militari, posti di blocco e soffermandovisi per qualche ora prima di ripartire.
Il Niger ignora l’ultimatum ma l’Ecowas prende tempo
Gli eventi si susseguono velocemente in Niger. I golpisti hanno nominato primo ministro l’ex ministro delle finanze Ali Mahaman Lamine Zeine e comandante della Guardia presidenziale il tenente colonnello Habibou Assoumane. Alcuni rinforzi sono stati spostati a Niamey in vista di un possibile intervento militare straniero. Ieri sera un convoglio di circa 40 camion è entrato nella capitale per portare le truppe verso i confini caldi per prepararsi a una “possibile battaglia” come riferito dalla CNN.
Scadeva domenica l’ultimatum lanciato dai Paesi dell’Ecowas in cui si esortava la giunta golpista a rilasciare il presidente eletto Bazoum e a ripristinare la democrazia. L’ultimatum è dunque stato ignorato e ora i Paesi dell’Ecowas dovrebbero incontrarsi giovedì ad Abuja per confrontarsi sulle azioni da intraprendere in ordine al colpo di Stato in Niger.
Si apre in Brasile il vertice per l’Amazzonia contro la deforestazione e il cambiamento climatico
In Brasile si è aperto oggi il vertice per l’Amazzonia a cui hanno partecipato altri sette Paesi, Bolivia, Ecuador, Colombia, Venezuela, Perù, Guyana e Suriname. Dopo 45 anni torna nuovamente la grande riunione dei Paesi sudamericani col fine di combattere la deforestazione e i cambiamenti climatici che stanno modificando e devastando l’Amazzonia, la più grande foresta tropicale del mondo. La sede del vertice è Belem, capitale del Parà, lo stato brasiliano con il più alto tasso di deforestazione.
“Credo che il mondo debba guardare a questo vertice a Belem come a una pietra miliare: ho partecipato a molti vertici e molte volte si fanno tante parole, si approvano documenti e poi non succede niente. Questo incontro è la prima grande opportunità per mostrare al mondo quello che vogliamo fare”. Così, in un’intervista alla Bbc, Luiz Inácio Lula da Silva descrive l’incontrò di oggi. Lula, alla presidenza dopo Jair Bolsonaro, ha fatto scendere del 66% il tasso di deforestazione rispetto ai dati del luglio 2022, incamminandosi quindi verso l’obiettivo “zero deforestazione” entro il 2030.
Il Portogallo brucia
Il Portogallo sta vivendo una gravissima ondata di incendi. Si trovano vicino a Odemira, a sud della capitale Lisbona e si stanno piano piano spostando verso il sud, nell’Algarve. Sono stati dispiegati 1.000 vigili del fuoco e 16 aerei con un bilancio di 1.400 sfollati, 7.000 ettari bruciati e nove vigili del fuoco feriti. Ad aggravare la situazione e a far presagire il peggio è l’imminente ondata di caldo che arriverà nella prossima settimana e che supererà i 44 gradi. l sindaco di Odemira, Helder Guerreiro, ha definito la situazione “critica, difficile e complessa”, mentre Jose Ribeiro, comandante della Protezione Civile, ha riconosciuto che c’è “molto lavoro” da fare per riportare l’incendio sotto controllo. La disastrosa situazione in Portogallo si somma a quella degli altri Paesi mediterranei – Grecia e Italia – ai quali il caldo e le azioni piromani non hanno fatto sconti.
Di Allegra Filippi. (Inside Over)