Il passo in avanti della Francia: cos’è l’arma ipersonica Vmax

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(Roma, Parigi, 28.06.2023). La sera del 26 giugno la Francia ha testato con successo il primo sistema missilistico ipersonico su suolo europeo: il Vmax, acronimo di Véhicule Manoeuvrant Expérimental (veicolo manovrante sperimentale).

Il Vmax appartiene alla famiglia degli Hgv (Hypersonic Glide Vehicle) ovvero testate alianti ipersoniche: queste sono progettate per essere montate sui missili balistici da cui si distaccano dopo la fase di accelerazione per successivamente planare manovrando nell’alta atmosfera terrestre con repentini cambi di quota e direzione prima di colpire il loro obiettivo. Gli Hgv, quindi, hanno un profilo di volo diverso rispetto a un normale veicolo di rientro di un missile balistico: nella fattispecie esso è molto più basso fattore che, unito alla capacità manovriera, ne rende particolarmente difficile la scoperta, il tracciamento e quindi l’intercettazione da parte dei classici sistemi Abm (Anti Ballistic Missile) attualmente in uso.

Tornado al test del Vmax, la Direction Générale de l’Armement (Dga) spiega in uno stringato comunicato stampa di aver “condotto un lancio di prova di un missile il 26 giugno 2023 alle 22:00 dal sito per test missilistici della Dga di Biscarosse. Questo vettore trasportava il dimostratore di alianti ad alta velocità (Hgv n.d.r.) Vmax. Questo primo dimostratore conteneva molte innovazioni tecnologiche a bordo. Il suo test di volo, su una traiettoria a lungo raggio molto impegnativa, ha costituito una sfida tecnica senza precedenti che prepara il futuro della nostra roadmap nazionale di ipervelocità”. La Dga precisa inoltre che “sono in corso le analisi tecniche dei numerosi dati recuperati durante tutta la durata del test per trarre insegnamenti per il proseguimento dei voli sperimentali”.

Il programma Vmax è stato lanciato a gennaio 2019 ed è guidato da Ariane Group, nota azienda francese che produce vettori spaziali, con la partecipazione di Onera, che dispone di gallerie del vento ipersoniche.

Attualmente sul Vmax è calato un pesante velo di segretezza: per il momento il ministero delle Forze Armate francese non ha fornito alcun dettaglio sulle caratteristiche tecniche della sistema ipersonico né sulle sue prestazioni. Non sappiamo nemmeno come potrebbe essere il suo disegno o che vettore sia stato usato per lanciarlo (che potrebbe fornirci informazioni per dedurre la velocità massima raggiungibile dall’Hgv). Sappiamo però che il primo lancio sarebbe dovuto avvenire, secondo la tabella di marcia, alla fine del 2021.

Nonostante il ritardo accumulato, il test avvenuto con successo fa entrare la Francia nel ristretto club dei Paesi che sono dotati, o stanno sperimentando, sistemi missilistici ipersonici. Russia e Cina, in particolare, hanno già in servizio vettori di questo tipo: la prima ha a disposizione il missile da crociera Kh-47M2 “Kinzhal” (che in realtà si può considerare un ibrido tra un missile balistico e uno da crociera), e l’Hgv tipo “Avangard” che equipaggia i suoi Icbm (Intercontinental Ballistic Missile) già da tempo, la seconda per il momento ha schierato il Df-17, un Mrbm (Medium Range Ballistic Missile) montante la testata planante ipersonica Df-Zf. Gli Stati Uniti hanno diversi sistemi in fase di sviluppo, ma ancora nessuno schierato, al pari della Corea del Nord (il cui recente test appare piuttosto controverso) e l’Iran, che però ha testato quello che risulta essere un Marv, ovvero una classica testata balistica con capacità di manovra (che sono limitate rispetto a un Hgv).

La Russia ha anche in fase avanzata di sviluppo il 3M22 “Zircon” che è un vettore da crociera a propulsione scramjet pensato per essere lanciato da unità navali (di superficie o subacquee) e da piattaforme terrestri come il sistema antinave Bastion-P. Risulta che questo vettore sia disponibile in due versioni: antinave e da attacco terrestre.

Apriamo qui una breve parentesi riguardante gli sviluppi ipersonici in Europa, in particolare in quella continentale considerando che il Regno Unito – staccatosi dall’Ue – non parteciperà alla Difesa europea e soprattutto grazie ad Aukus sta accedendo alla progettazione dell’ipersonico statunitense, che trova nell’Australia un partner di lungo periodo.

Nel Vecchio Continente si sta puntando sull’ipersonico di natura difensiva con almeno un paio di progetti (Twister e Ehdi) ma proprio guardando agli sviluppi francesi per una piattaforma d’attacco sarebbe il caso di procedere congiuntamente, sfruttando i fondi europei (come Pesco o Edf), a un programma similare ma che riguardi anche un sistema land attack da crociera di questo tipo. Non è più possibile, stante le minacce diffuse su scala globale, la loro pervasività e il livello tecnologico raggiunto da certi attori internazionali fautori di una politica assertiva (quando non palesemente aggressiva) affidarsi esclusivamente a una politica difensiva per quanto riguarda i sistemi ipersonici, in quanto ci si priva di una capacità di deterrenza aggiuntiva fornita proprio dai sistemi da crociera di questo tipo.

La Francia è stata più lungimirante, anche spinta dalla necessità di mantenere la credibilità del suo arsenale nucleare strategico che potrebbe venire minata dai moderni sistemi antimissile, ed è ormai tempo di fare questo “salto in avanti” del pensiero e cominciare seriamente a discutere all’interno della Difesa UE di sistemi ipersonici offensivi.

Di Paolo Mauri. (Inside Over)