(Roma, 13.05.2023). L’arrivo dei missili a lungo raggio britannici, il rafforzamento delle difese di Sebastopoli e la pubblicazione di una mappa interattiva delle basi russe in Crimea aumentano l’attenzione sulla penisola del Mar Nero. L’Ucraina ha da tempo messo nel mirino la regione occupata e annessa dalla Russia. E da quando si è iniziato a parlare della nota controffensiva, in tanti hanno sottolineato che l’obiettivo potesse essere proprio quello di riconquistare il bastione russo nel Mar Nero. Ipotesi che però lascia alcune perplessità legate soprattutto alle capacità offensive delle truppe di Kiev: un’operazione di attacco su vasta scala verso una regione che danni è una roccaforte militare russa rischia di essere molto difficile e anche di disperdere uomini, energie e armi al posto di concentrarsi su altri fronti.
Al momento è difficile comprendere se l’Ucraina si dirigerà verso la Crimea o se questa sia soltanto un diversivo. Quello che sembra però certo è la volontà di attirare l’attenzione sulla penisola che, come dimostrato dalla mappa pubblicata dai giornalisti di Radio Liberty e Krym Realii, “è piena di basi militari e campi di addestramento”. “Conosciamo la loro posizione esatta, quale compito svolgono, abbiamo le loro immagini satellitari più recenti”, dicono dai portali. E si tratta di 223 tra basi, avamposti, aeroporti, porti, caserme e depositi di armi o carburante talvolta anche molto vicini ai centri abitati. Dati che ribadiscono l’enorme complessità di un assalto alla Crimea in questa fase del conflitto.
L’impressione, infatti, è che Mosca abbia di fatto trasformato il territorio in una fortezza che deve dare la quantomeno la parvenza di essere inespugnabile o capace di resistere a diversi tipi di assedio. La costellazione di basi, depositi e campi di addestramento russi individuata dagli ucraini certifica che l’intelligence di Kiev, in coordinamento con quelle occidentali, sia in grado di sapere dove si trova il nemico e soprattutto vuole lanciare il messaggio sul fatto che l’Ucraina conosca perfettamente le mosse russe. Ma d’altro canto, la quantità delle basi di Mosca unita alle fortificazioni erette in questi mesi e nelle ultime settimane implicano anche i timori dei comandi di Volodymyr Zelensky, che potrebbero così decidere di cambiare rotta o provare una manovra più lenta e più ampia nei confronti della Crimea (con attacchi da lontano e avanzata verso il corridoio terrestre tra il Donbass e le penisola).
La fornitura di Storm Shadow da parte di Londra così come il lancio di droni sia aerei che navali (in particolare quelli di superficie diretti verso la base di Sebastopoli) potrebbero essere indicativi di un assalto “dalla lunga distanza”, senza un avvicinamento via terra. Questo sarebbe confermato anche dal pericolo di un’avanzata a Kherson, nel nord. L’arrivo di missili che possono colpire a circa 250 chilometri aumenta la portata degli attacchi ucraini in questa controffensiva e, come riportato dalla Cnn, la garanzia data da Kiev sull’uso di queste armi esclusivamente contro obiettivi in territori occupati dai russi indica che questi possano essere diretti o verso il Donbass o verso la Crimea. La penisola è da anni annessa dalla Federazione Russa e considerata una linea rossa dal Cremlino, ma Londra, così come quasi tutta la comunità internazionale, non la riconosce come parte della Russia. E questo potrebbe tradursi nell’autorizzazione all’attacco contro le basi russe in Crimea attraverso gli Storm Shadow.
Di Lorenzo Vita. (Il Giornale/Inside Over)