Ucraina: il raid russo brucia Kiev. Volodymyr Zelensky con i soldati a Bakhmut

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(Roma, 22.03.2023). Giornata di « ferocia bestiale » russa sulle regioni dell’Ucraina, così come la descrive Zelensky. I soldati di Mosca hanno attaccato con i droni la regione di Kiev, colpendo una scuola superiore e due dormitori. Almeno 7 le persone uccise nel raid, mentre si contano almeno 33 vittime, tra cui un morto e tre bambini feriti, nella città di Zaporizhzhia. Qui le bombe russe hanno colpito edifici residenziali e il timore è che sotto le macerie siano rimasti altri corpi.

Zelensky, per esprimere la propria vicinanza a chi combatte al fronte, ha fatto visita ai soldati ucraini impegnati nell’area di Bakhmut. La cittadina contesa del Donetsk « è in piedi, le forze di difesa tengono », fa sapere il leader ucraino. Diversa la versione dei filorussi sul posto che hanno annunciato la presa da parte dell’esercito russo di tutte le strade asfaltate di Bakhmut. Zelensky ha lodato i suoi « eroi », prima di fare tappa a Kharkiv dove ha consegnato al sindaco il premio onorario ‘Città eroe dell’Ucraina’.

Intanto continua a suscitare clamore l’annuncio di Londra sull’intenzione di inviare proiettili perforanti all’uranio a Kiev. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha definito la loro fornitura « un ulteriore passo verso l’escalation ». Il Regno Unito ha assicurato, per bocca del ministro degli Esteri Cleverley, che « non c’è nessuna escalation nucleare. L’unico paese al mondo che parla di questioni nucleari è la Russia ». E ha aggiunto, quasi a giustificazione di quanto annunciato ieri dalla parlamentare britannica Annabelle Goldie: « I proiettili all’uranio impoverito non sono munizioni nucleari ma sono munizioni puramente convenzionali ».

Sulle armi a Kiev ha voluto esprimersi anche l’ambasciatore ucraino i Italia, Melnyk. « Chiedere la pace in Ucraina e lo stop all’invio degli aiuti militari significa fare il gioco solo di una parte, quella più armata, ovvero la Russia. Significa chiedere la resa dell’Ucraina », ha ammonito, rivolgendosi alle voci critiche in parlamento sul tema.

Di pace in Ucraina, quella proposta nel piano di Pechino, si era detto avessero parlato anche Xi e Putin durante il loro incontro a Mosca. Ipotesi smorzata, a solo un giorno di distanza, dal Cremlino: i due non avrebbero « discusso » il piano cinese ma avrebbero avuto solo « uno scambio di opinioni ». La visita del leader cinese in Russia è stata anche occasione per una nuova critica del Cremlino verso l’Occidente, colpevole di aver avuto una « reazione profondamente ostile » all’incontro tra i due leader.

(Il Tempo)