Africa: Medici Senza Frontiere interrompe le attività in Burkina Faso

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(Roma, 21.02.2023). Medici Senza Frontiere interrompe le attività in Burkina Faso. La decisione è stata presa dopo l’uccisione di due membri di MSF a Boucle du Mouhoun

Medici Senza Frontiere (Médecins Sans Frontières, MSF) ha sospeso temporaneamente tutte le attività in Burkina Faso. La decisione è stata presa a seguito dell’uccisione membri dello staff nella regione di Boucle du Mouhoun, avvenuta l’8 febbraio per mano di un gruppo di uomini armati. L’organizzazione, ribadendo che il veicolo su cui viaggiava il personale era chiaramente riconoscibile come di MSF, ha prima bloccato le operazioni nel Nord Ovest del Paese africano. Poi, è stata costretta a congelarle del tutto in quanto non sono più garantite le basilari condizioni di sicurezza per poter continuare a operare. L’imboscata, infatti, è stato diretto intenzionalmente contro i volontari internazionali e presumibilmente non è un episodio isolato. Peraltro, non è stata rivendicata da nessun gruppo, a differenza di quanto avviene solitamente con ISGS e JNIM, che comunque non colpiscono mai le organizzazioni umanitarie, beneficiando loro stessi delle cure offerte a tutti.

L’evento conferma che è in atto una strategia che punta a cacciare gli occidentali dal Paese

L’attacco a MSF, infatti, sembra faccia parte di una strategia ben delineata, che ha come obiettivo obbligare gli attori internazionali “scomodi” a lasciare il Burkina Faso. Da oltre un anno vengono diffuse nel Paese africano campagne d’odio, caratterizzate anche da proteste, per alimentare sentimenti anti-francesi e anti-occidentali tra la popolazione locale. L’obiettivo è avvicinare ulteriormente la Nazione alla Russia e sostituire gli attuali attori internazionali con altri meno “invasivi” e più “interessanti” per Ouagadougou. In primis a livello militare, con i contractor del gruppo Wagner che prenderanno il posto delle forze speciali di Parigi, ripetendo esattamente quanto è accaduto in Mali con la Giunta. Il concretizzarsi di questa eventualità alimenterebbe ulteriormente la già critica situazione della sicurezza in Sahel, ulteriormente acuita dalla mancanza soggetti terzi super partes – come le ONG – e in particolare quelle che si occupano di fornire cure sanitarie alla popolazione.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)