(Roma, 11.01.2023). Bruxelles lancia una task force congiunta con l’Alleanza atlantica: « Minacce alle nostre infrastrutture »
Gasdotti, centrali elettriche, collegamenti ferroviari e satelliti. Ma anche, se non soprattutto, le reti di telecomunicazione. L’Unione europea teme che una escalation della guerra in Ucraina possa comportare una serie di attacchi da parte della Russia alla cosiddette infrastrutture critiche nel cuore del continente. Già a ottobre, la Commissione aveva presentato un piano in 5 punti dopo il sabotaggio del Nord Stream, a cui ha fatto seguito il blackout di una parte della rete ferroviaria tedesca in seguito a un attacco informatico. Adesso, l’esecutivo Ue rilancia l’allerta siglando un patto con la Nato per rafforzare la protezione delle infrastrutture più a rischio.
« Oggi lanciamo una task force Ue-Nato per le infrastrutture critiche », ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in un breve punto stampa insieme al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. « Il sabotaggio del Nord Stream – ha proseguito – ci ha dimostrato che dobbiamo essere pronti ad affrontare questo tipo di minaccia. Si tratterà di una task force in cui gli esperti della Nato e dell’Ue lavoreranno fianco a fianco per identificare minacce alle nostre infrastrutture, per guardare alle vulnerabilità che abbiamo e per sviluppare principi chiave per aumentare la nostra resilienza, proponendo misure di mitigazione e rimedi. La task force coprirà i settori dei trasporti, dell’energia, del digitale e dello spazio. Riporterà poi quanto rilevato agli Stati membri ».
Una delle principali preoccupazioni della Commissione riguarda i cosiddetti attacchi « ibridi » e quelli informatici. A ottobre, la stessa von der Leyen aveva presentato una raccomandazione per spingere i governi Ue a « proteggersi dagli attacchi” della Russia, sia sul suo territorio “che nelle sue immediate vicinanze”. Il piano mira a massimizzare il lavoro in tre aree prioritarie: preparazione, risposta e cooperazione internazionale. « Che si tratti di oleodotti, vie di trasporto o cavi sottomarini, un’interruzione in un Paese può avere un effetto a cascata con ramificazioni su tutta l’Unione”, aveva spigeato all’epoca il vicepresidente Margaritis Schinas.
Tra i vari punti evidenziati, la Commissione chiede ai Paesi membri un’identificazione chiara degli enti che gestiscono le infrastrutture che attraversano le frontiere o che forniscono servizi transfrontalieri e un impegno collettivo a proteggerle. Inoltre, la Commissione ha chiesto agli Stati membri a condurre stress test sulle infrastrutture critiche, sulla base di una serie di principi comuni sviluppati a livello Ue. Fino ad ora, le norme dell’Ue per la protezione delle infrastrutture riguardavano solo i sistemi energetici e di trasporto: adesso, l’opera di prevenzione viene ampliata per includere undici settori, comprese tutte le infrastrutture digitali, i servizi bancari e finanziari, le strutture sanitarie e di trattamento delle acque, la pubblica amministrazione e i potenziali programmi spaziali
Di Dario Prestigiacomo. (Europa Today)