Conferenza di Baghdad: dalla Giordania un appello all’integrità dell’Iraq e della regione

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(Roma, 20 dicembre 2022). I partecipanti hanno espresso il loro sostegno per consentire all’Iraq di affrontare tutte le sfide, compresa la lotta al terrorismo, e hanno rinnovato la condanna dell’estremismo

Proseguire i risultati della prima Conferenza di Baghdad e la cooperazione con l’Iraq a sostegno della sicurezza, stabilità, sovranità, e il processo democratico e costituzionale del Paese, oltre che gli sforzi per promuovere il dialogo al fine di risolvere le differenze regionali. E’ questo il contenuto della Dichiarazione finale della seconda Conferenza di Baghdad, svoltasi oggi sul Mar Morto, in Giordania, alla presenza del re hashemita, Abdullah II, del presidente francese, Emmanuel Macron, del premier dell’Iraq, Muhammad Shia’a al Sudani, e dei rappresentanti di Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrain, Kuwait, Oman e Iran, oltre al segretario generale della Lega Araba, il segretario generale del Consiglio di cooperazione del Golfo, e rappresentanti dell’Onu, dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic) e dell’Ue. I partecipanti hanno espresso il loro sostegno per consentire all’Iraq di affrontare tutte le sfide, compresa la lotta al terrorismo, e hanno rinnovato la condanna dell’estremismo in ogni sua declinazione.

I partecipanti alla seconda conferenza di Baghdad hanno rinnovato il sostegno all’Iraq per consolidare lo stato di diritto, per rafforzare la governance e per costruire istituzioni capaci di portare avanti il progresso e la ricostruzione, nel rispetto delle aspirazioni della popolazione. Inoltre, i presenti hanno sottolineato il loro appoggio agli sforzi dell’Iraq per uno sviluppo globale e hanno espresso l’auspicio di cooperazione con Baghdad in molti settori, tra cui energia, acqua, interconnessione elettrica, sicurezza alimentare e sanitaria, trasporti, progetti infrastrutturali e protezione del clima. In questo contesto, i presenti hanno evidenziato l’importanza del meccanismo di cooperazione tripartito tra Giordania, Egitto e Iraq e dei progetti economici avviati, in primis quello sull’interconnessione elettrica.

Nella Dichiarazione finale viene sottolineata l’importanza dei progetti di cooperazione tra i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait e Oman) e l’Iraq, in particolare nei settori dell’interconnessione elettrica e dei trasporti e in altri progetti regionali che contribuiscono a realizzare l’integrazione economica e la creazione di ponti con i mercati globali che influenzerà positivamente l’intera regione. In più, i rappresentanti hanno indicato che lo svolgimento della conferenza in Giordania riflette la volontà di sostenere il ruolo centrale dell’Iraq nell’espansione e nella cooperazione economica regionale, per porre fine alle tensioni e costruire relazioni regionali costruttive con benefici reciproci. Il superamento delle crisi regionali richiede una cooperazione globale e approcci, soluzioni politiche ed economiche serie.

Nel discorso di apertura della Conferenza, il re Abdullah II di Giordania ha detto: “Crediamo nella necessità di raggiungere stabilità, una pace giusta e globale e di cooperare a livello regionale, soprattutto nei settori economico e di sviluppo”. “Affrontare le sfide comuni richiede un’azione collettiva”, ha affermato il re giordano, evidenziando come l’incontro di oggi si stia svolgendo in un momento in cui la regione mediorientale sta affrontando “crisi di sicurezza e politiche, oltre alle sfide a livello di sicurezza alimentare, idrico e sanitario, il che richiede di garantire l’approvvigionamento energetico, rafforzare le catene di approvvigionamento e affrontare le conseguenze del cambiamento climatico”. “La sicurezza dell’Iraq è un pilastro fondamentale della sicurezza della nostra regione”, ha poi dichiarato il monarca, sottolineando che l’incontro di oggi rappresenta un’opportunità per costruire sui risultati della Conferenza di Baghdad per la cooperazione e il partenariato, svoltasi in Iraq nell’agosto 2021, e per ribadire il sostegno agli sforzi di Baghdad “nel suo percorso verso lo sviluppo e per rafforzarne prosperità, sicurezza, stabilità e rispetto della sovranità”.

Il primo ministro dell’Iraq, Mohamed Shia al Sudani, ha dichiarato: “È una priorità per noi rafforzare i legami di cooperazione e partenariato tra i nostri Paesi attraverso l’interdipendenza nelle infrastrutture, l’integrazione economica e gli investimenti reciproci”. “Cerchiamo di lavorare insieme per trasformarci da Paesi consumatori a produttori, attraverso la costituzione di zone industriali comuni, valorizzando la nostra capacità industriale comune e collegando le catene del valore aggiunto, all’interno di una filiera integrata in grado di competere nei mercati globali e di lanciare giganti progetti in vari settori”, ha aggiunto il premier, secondo cui “è necessario puntare sul settore dei servizi e sul suo sviluppo”. “L’Iraq è impegnato a costruire relazioni equilibrate di cooperazione con tutti i partner regionali e internazionali, e prende le distanze da allineamenti ed escalation”, ha poi dichiarato il premier, affermando che Baghdad si oppone a chiunque provi ad interferire nei suoi affari interni, a danneggiare la sua sovranità o attaccare le sue terre”. “Il principio della forza non può essere adottato negli sforzi per risolvere controversie o disaccordi; non permettiamo l’uso di questo principio contro l’Iraq e non accettiamo alcuna minaccia dall’Iraq contro nessuno dei Paesi vicini o della regione”, ha precisato. Al Sudani ha poi menzionato la necessità di impegno nella lotta alla “ideologia estremista” che richiede “meccanismi e programmi reali” e il problema della scarsità d’acqua. “L’Iraq deve affrontare una minaccia esistenziale a causa della scarsità d’acqua e siamo determinati a lavorare con i nostri vicini nella Repubblica turca e nella Repubblica islamica dell’Iran per garantire la nostra sicurezza idrica e raggiungere un accordo congiunto gestione per la gestione delle risorse idriche transfrontaliere”. Alla seconda Conferenza di Baghdad è intervenuto anche il presidente francese, Emmanuel Macron, ha sollecitato il sostegno all’Iraq, affinché il Paese intraprenda un percorso diverso dal “modello dettato dall’esterno”. La regione del Medio Oriente è “ancora paralizzata da blocchi, divisioni, ingerenze, problemi di sicurezza e l’Iraq è una delle principali vittime di questa destabilizzazione regionale”, ha proseguito il titolare dell’Eliseo. Indicando il potenziale della regione per avere successo nell’agenda regionale e globale, Macron ha sollecitato di “andare collettivamente oltre le divisioni del momento”.

Presente alla Conferenza di Baghdad anche il capo della diplomazia europea, Joseph Borrell, secondo cui l’Iraq non può essere un campo di battaglia per procura, perchè è già stato un campo di battaglia per troppo tempo, ha detto. “Ora deve essere un costruttore di ponti regionali, contribuendo a ridurre le tensioni regionali”, ha detto l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza. “Per questo sosteniamo gli sforzi costanti del governo iracheno per sviluppare una politica estera equilibrata. La sicurezza dell’Iraq rimane fondamentale, non solo per il Paese, ma per tutti noi”, ha detto. “Dal 2017, l’Unione europea contribuisce a rendere l’Iraq più forte e sicuro attraverso la nostra missione consultiva, il cui mandato è stato prorogato fino all’aprile 2024, con un’attenzione costante alla consulenza strategica sulla riforma del settore della sicurezza civile irachena”, ha aggiunto.

“La sovranità e l’integrità territoriale dell’Iraq devono essere rispettate da tutti. Le ostilità mettono in pericolo gli sforzi essenziali della coalizione globale contro lo Stato islamico (Is), che rimane una minaccia per la sicurezza regionale e internazionale”, ha concluso Borrell. L’Unione europea è amica dell’Iraq ed è pronta a sostenere l’impegno del primo ministro Mohamed Shia al Sudani a intraprendere una riforma globale come richiesto dallo stesso popolo iracheno, ha proseguito Borrell, nel corso del suo intervento alla seconda Conferenza di Baghdad per la cooperazione e il partenariato che si sta svolgendo in Giordania. “La formazione del nuovo governo, guidato dal primo ministro Sudani, ha posto fine con successo ad un periodo turbolento per l’Iraq”, ha detto. “Un Iraq forte, sovrano e democratico va a vantaggio del suo popolo, della regione, dell’Unione europea e del mondo”, ha aggiunto. “E stiamo pianificando un consiglio Ue-Iraq a livello ministeriale per la prima metà del prossimo anno”, ha proseguito Borrell. “Siamo pronti a fare di più, in modo diverso e migliore per sostenere l’Iraq e la regione. Perché un Iraq pacifico, prospero e democratico è essenziale per il suo popolo, per l’Europa e per l’intera regione”, ha concluso.

Presente alla conferenza anche il ministro degli Esteri iraniano, Hussein Amirabdollahian, secondo cui il dialogo e la cooperazione tra i Paesi della regione non è un’opzione, ma piuttosto una necessità urgente. “La stabilità e la tranquillità dell’Iran sono legate alla stabilità e alla sicurezza dell’intera regione”, ha affermato il capo della diplomazia di Teheran. Amirabdollahian ha sottolineato che la politica costante dell’Iran è evitare la guerra e lavorare per ripristinare la sicurezza e la stabilità. “La sicurezza non può essere acquistata o importata, e l’era dell’adozione di politiche sbagliate è finita. La posizione dell’Iran è ferma nel preservare la natura pacifica del suo programma nucleare, e non cambierà tale posizione”, secondo il ministro. Nel suo intervento, il ministro degli Esteri iraniano ha anche toccato il tema dei rapporti con i Paesi vicini, in particolare quelli del Golfo. “L’amministrazione utilizza tutte le sue forze per creare fiducia e rafforzare le basi dell’amicizia con i suoi vicini nella regione”, ha affermato. “L’Iran è pronto a porre le basi per un rapporto di fiducia e cooperare in tutte le dimensioni con i suoi vicini nella regione del Golfo Persico per stabilire sicurezza e stabilità”, ha dichiarato il responsabile della diplomazia iraniana. “Teheran è pronta a tenere una riunione congiunta dei ministri degli Esteri e della difesa tra l’Iran e gli stati del Golfo Persico e altri Paesi vicini”, ha aggiunto Amirabdollahian.

(Nova News)