Un alto ufficiale dell’intelligence del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (Irgc), i cosiddetti pasdaran, è stato ucciso nel corso degli scontri con i manifestanti scesi a protestare a Sahneh, città della provincia di Kermanshah, nell’ovest dell’Iran. Lo riferisce l’agenzia di stampa iraniana “Fars”, secondo cui la vittima, Nader Beyrami, capo dell’intelligence in città, è stato colpito con un coltello dai “rivoltosi” mentre tentava di prestare sostegno agli uomini della sicurezza coinvolti negli scontri. Diverse persone sono rimaste ferite, ha aggiunto “Fars”. Inoltre, il governatore di Sahneh, Jahanbakhsh Zanganeh Tabar, ha fatto sapere che i colpevoli sono stati arrestati e consegnati alle autorità giudiziarie. Nel frattempo, non si sono ancora placate le proteste scoppiate a seguito della morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda deceduta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia morale iraniana per aver indossato il velo in modo “non appropriato”. Anche oggi, riferisce l’emittente legata all’opposizione “Iran International”, violente manifestazioni si sono svolte in diverse località del Paese, tra cui Sanandaj, nella regione occidentale del Kurdistan iraniano, Zahedan, nel sud-est, Bukan e Mahabad, nell’ovest dell’Iran. Dopo settimane di proteste dai toni pacifici, negli ultimi giorni i manifestanti hanno imbracciato le armi, lasciando presagire uno scenario da guerra civile.
(Nova)