(Roma, 13 novembre 2022). Secondo quanto riportato dalla Cnn, gli Stati Uniti hanno osservato negli ultimi sette giorni attività navale russa nel Mar Glaciale Artico che potrebbe far pensare a un test del nuovo siluro a propulsione nucleare Poseidon.
La fonte anonima della Cnn ha infatti riportato che tra le unità navali russe è stato visto il sottomarino K-329 “Belgorod”, l’unico battello nella Vmf (Voenno-Morskoj Flot), la marina russa, a poter trasportare e lanciare questa nuova tipologia di arma.
Nei giorni scorsi le navi di Mosca sono state osservate lasciare l’area di mare e tornare in porto senza aver eseguito alcun test, pertanto l’intelligence statunitense ritiene che i russi possano aver incontrato qualche tipo di difficoltà tecnica che ha fatto fallire il lancio di prova.
Il “Belgorod” è un sottomarino classe Oscar II (Project 949A Antey in Russia) ma ampiamente modificato. L’unità, infatti, si differenzia molto da quelli appartenenti a questa classe di Ssgn (lanciamissili da crociera). Innanzitutto lo scafo è più grande per ospitare sia i siluri Poseidon sia Uuv (Unmanned Underwater Vehicle) di varie dimensioni sia altri sottomarini con equipaggio più piccoli, come il Paltus o il Losharik. Questo fattore porta il dislocamento totale, in immersione, del battello a 24mila tonnellate standard (30mila a pieno carico) invece di, rispettivamente, 16.400 e 24mila delle altre unità della stessa classe.
Il siluro Poseidon (designazione ufficiale russa 2M39) è un’arma di rappresaglia di tipo strategico: è dotato di testata e propulsione nucleare, che gli permette di avere un’autonomia praticamente illimitata. La sua carica atomica si ritiene che sia compresa tra i 2 e i 5 megatoni (1 megatone equivale a un milione di tonnellate di tritolo equivalenti) ed esplodendo sarebbe capace di contaminare una vasta area costiera rendendola impraticabile per lungo tempo grazie, si pensa, al principio della “bomba sporca”, ovvero con l’aggiunta, alla normale carica atomica, di materiale altamente radioattivo (in questo caso il cobalto-60) per aumentarne l’effetto contaminante.
Si ritiene che il reattore nucleare imbarcato sul siluro possa sviluppare velocità di punta di 70 nodi, e gli permetterebbe di viaggiare a profondità che si aggirano intorno ai mille metri, fattori che ne fanno, di fatto, un’arma quasi impossibile da intercettare con gli attuali strumenti antisom. L’arma comunque è in grado di essere rilevata, in quanto, oltre a unità di superficie e subacquee dotate di sonar, la Nato e gli Stati Uniti possono disporre del sistema fisso Sosus per sorvegliare le profondità marine.
Il sottomarino “Belgorod” aveva destato allarme all’inizio di ottobre, quando la ricognizione della Nato aveva osservato la sua assenza nel porto di stanza (Severodvinsk), e allora si riteneva che questa uscita in mare potesse essere connessa a un test del siluro Poseidon, ma il battello è rientrato alla sua base dopo pochi giorni apparentemente senza aver condotto alcuna prova di questa particolare arma. Probabilmente il “Belgorod” ha effettuato prove in mare volte a verificare la tenuta del sistema di lancio del Poseidon, costituito da un unico grande portello esterno che nasconde un caricatore “a revolver” per sei siluri.
Funzionari statunitensi hanno affermato che la Russia potrebbe tentare di testare di nuovo il siluro, ma notano che le acque nell’area di prova inizieranno presto a ghiacciarsi, limitando la finestra per le operazioni. L’intelligence statunitense ritiene che un eventuale lancio di prova del Poseidon non comporterebbe la detonazione di un ordigno nucleare, in quanto sarebbe una grossa violazione dei trattati di non proliferazione degli armamenti atomici e relative moratorie sui test nucleari.
Il Belgorod è stato varato nel 2019 e avrebbe dovuto essere consegnato alla flotta russa nel 2020, ma la pandemia ne ha ritardato l’ingresso in servizio che invece è avvenuto a luglio 2022. Allo stesso modo il siluro Poseidon non è ancora entrato in servizio ed è in fase di valutazione operativa, pertanto ci si attende un qualche tipo di prova di lancio nei prossimi mesi.
I siluri atomici Poseidon, come detto, sono progettati come armi di rappresaglia, ovvero pensati per rispondere a un attacco nucleare alla Russia, quindi non si tratta di armi per un primo colpo (o first strike in gergo militare). Questo principio si riflette nella tecnologia costruttiva del siluro: il Poseidon, infatti, avendo propulsione nucleare, non solo è in grado di colpire a grandissima distanza, ma è anche capace di restare “in attesa” di essere attivato per un tempo indefinito. Si ritiene infatti che il siluro, una volta lanciato, possa venire indirizzato sul suo obiettivo dopo che è rimasto “quiescente” sul fondale marino (forse in apposite strutture posate sul fondo) sfruttando un sistema di segnali radio a bassissima frequenza lanciati da stazioni a terra oppure da unità navali di superficie.
Non abbiamo modo, attualmente, di confermare quanto riferito dalla Cnn: rispetto all’uscita in mare del “Belgorod” di inizio ottobre, questa volta nessuna fonte Osint (Open Source Intelligence) ha confermato con immagini satellitari quanto sarebbe accaduto (o non accaduto) nel Mar Glaciale Artico, pertanto dobbiamo anche considerare la possibilità che le dichiarazioni statunitensi possano essere un caso di disinformazione, almeno finché non ci saranno ulteriori notizie in merito.
Di Paolo Mauri. (Inside Over)