(Roma, 03 novembre 2022). Lo Stato Islamico torna a colpire in Iran. Attacco alla moschea-santuario di Shah Cheragh a Shiraz
Lo Stato Islamico torna a colpire in Iran. Lo fa con un attacco il 26 ottobre alla moschea-santuario di Shah Cheragh a Shiraz, il primo dal 2018, nel quale 15 persone sono morte e circa sono rimaste 40 ferite. I jihadisti pro-ISIS hanno rivendicato l’attacco, affermando che l’obiettivo era punire i “rawafidh”. Il messaggio, il giorno dopo la rivendicazione, è stato ribadito su al-Naba, l’organo di propaganda settimanale IS, in cui sono state minacciate ulteriori azioni contro gli sciiti in Iran. Teheran ha provato a negare un coinvolgimento dei miliziani, ma la diffusione di fotografie dell’attentatore non hanno lasciato più dubbi. L’area dove è avvenuto l’evento fa pensare a un’operazione gestita dall’ala irachena dello Stato Islamico piuttosto che da quella afghana di ISIS Khorasan Province (ISKP, ISIS-K). Ciò, nonostante sia stata quest’ultima a lanciare minacce contro la Repubblica Islamica negli ultimi mesi.
Il rischio è che i jihadisti pro-ISIS approfittino delle proteste per compiere stragi, alimentando l’escalation di violenza nel paese
Il rinnovato interesse dello Stato Islamico per l’Iran è fortemente pericoloso. Ciò, in quanto rischia di alimentare l’escalation di violenze in corso nel paese mediorientale, a seguito delle continue proteste da parte della popolazione, nate per la morte di Mahsa Amini, ma che in breve hanno preso di mira l’intero regime. I jihadisti pro-ISIS, infatti, potrebbero facilmente approfittare delle manifestazioni per compiere attentati tra la folla, causando vere e proprie stragi, che getterebbero ulteriore benzina sul fuoco del malcontento popolare e farebbero aumentare la tensione già alle stelle.
Di francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)