Iraq: Abdel Latif Rashid eletto dal Parlamento nuovo presidente della Repubblica

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Il presidente della Repubblica incaricherà Muhammad Shia al Sudani, il candidato alla carica di primo ministro del più grande blocco parlamentare, per formare il prossimo esecutivo entro un periodo massimo di 30 giorni dalla nomina

Dopo due turnazioni, i membri della Camera dei rappresentanti dell’Iraq hanno eletto Abdul Latif Rashid nuovo presidente della Repubblica irachena. Rashid, membro attivo dell’Unione patriottica del Kurdistan (Puk) ed ex ministro delle Risorse idriche durante il governo di Nouri al Maliki, dal 2003 al 2010, succederà a Barham Salih, in carica dall’ottobre 2018.

Nonostante i razzi precipitati stamane nella Zona verde di Baghdad, una cittadella fortificata sede di istituzioni e ambasciate, i deputati iracheni si sono riuniti, oggi, per eleggere un nuovo capo dello Stato, mentre il Paese continua ad assistere a una crisi istituzionale non ancora risolta dalle elezioni legislative anticipate del 10 ottobre dello scorso anno. Il presidente neoeletto ha vinto al ballottaggio con il capo dello Stato uscente, ottenendo 162 voti contro i 99 dell’avversario. Otto, invece, le schede nulle, su un totale di 269 deputati presenti alla sessione. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa irachena “Shafaq”, il presidente della Repubblica incaricherà Muhammad Shia al Sudani, il candidato alla carica di primo ministro del più grande blocco parlamentare, per formare il prossimo esecutivo entro un periodo massimo di 30 giorni dalla nomina.

L’elezione del presidente della Repubblica sembra rappresentare un primo passo positivo dopo mesi di stallo e tensioni. Per il primo ministro uscente, Mustafa al Kadhimi, si tratta di una delle “crisi politiche più difficili dal 2003”, l’anno dell’invasione degli Stati Uniti che pose fine al regime di Saddam Hussein. La crisi è culminata il 29 agosto con l’assalto del palazzo del governo da parte dei sostenitori del leader sciita Muqtada al Sadr e dei successivi scontri con le forze di sicurezza irachene e con le unità della Mobilitazione popolare sciita filo-iraniane, costati 33 morti e oltre 700 feriti. Le divergenze vedono contrapporsi il Movimento sadrista, da un lato, e il Quadro di coordinamento sciita (formazione politica che riunisce i partiti iracheni filo-iraniani) dall’altro. Il leader politico e religioso Al Sadr, a capo della fazione nota come Al Sairoon, alle elezioni di ottobre 2021 aveva ottenuto 74 seggi su 329, rendendo il suo partito la formazione politica più numerosa in parlamento, ma da allora non è riuscito a mettere insieme una maggioranza necessaria a formare un governo, rifiutando alleanze con i partiti sciiti filo-iraniani, in particolare con l’ex premier Nouri al Maliki.

(Nova News)