Mizintsev capo della logistica. Putin interviene sul suo punto debole chiamando il «macellaio»

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(Roma, 27 settembre 2022). Nuovo cambio della guardia nei vertici delle forze armate russe. Il colonnello Mikhail Mizintsev è stato nominato come nuovo viceministro della Difesa e responsabile della logistica dell’esercito russo al posto del generale Dmitry Bulgakov. Mizintsev, classe 1962 e diplomato nella scuola militare di Kalinin (oggi Tver’), si è imposto all’attenzione dei media per il suo ruolo nell’assedio di Mariupol, momento cruciale della prima fase della guerra all’Ucraina. In quell’occasione, i media occidentali e ucraini gli avevano affibbiato il soprannome di “macellaio di Mariupol”: definizione che non lascia spazio a interpretazioni su come viene considerato il ruolo di Mizintsev durante la conquista di una delle principali città dell’Ucraina orientale e teatro di uno dei più violenti assedi dall’inizio dell’invasione.

La scelta di Mizintsev e la connessa sostituzione di Bulgakov confermano alcune tendenze di questa nuova fase del conflitto in Ucraina. Da un punto di vista generale, il cambio conferma che non sembra arrestarsi quella rotazione alla guida dei vari fronti e segmenti della cosiddetta “operazione militare speciale”. Segno che il presidente russo Vladimir Putin è ben distante dall’essere soddisfatto dell’andamento della sua guerra. Prove, in tal senso, erano già arrivate negli scorsi mesi. E la mobilitazione annunciata nell’ultima settimana conferma le difficoltà sul campo certificate in modo plateale dalla controffensiva ucraina nella regione di Kharkiv. Ma la rimozione di comandanti alla guida delle operazioni in Ucraina è un filo rosso che non ha mai abbandonato l’invasione, dimostrando anzi una certa diffidenza del presidente russo per come viene gestita la guerra sul campo.

Altro punto fondamentale di questo cambio all’interno al ministero della Difesa è l’interessamento della logistica. Come spiegato dalle agenzia russe, Mizintsev sarà “responsabile delle forniture materiali e tecniche delle forze armate”. In una fase di mobilitazione delle truppe con la guerra sostanzialmente paralizzata, modificare l’assetto della logistica, che è stata considerata per molto tempo il vero tallone d’Achille dell’avanzata russa, è un segnale da non sottovalutare. La Russia ha mostrato enormi lacune nel campo della logistica, dei rifornimenti e dell’organizzazione dei convogli sin dalle prime settimane di invasione, quando si sono palesati problemi anche nella catena che collegava il territorio russo alla linea del fronte. La scelta di sostituire Bulgakov conferma la necessità di un cambio di passo che corre in parallelo alla volontà di Putin di imprimere una svolta netta al conflitto.

Infine, è interessante anche il fatto che sia stato promosso un uomo, Mizintsev, che ha guidato una delle più importanti vittorie dell’esercito russo (appunto l’assedio alla città martire di Mariupol), che ha coordinato un altro assedio a Severodonetsk e che a suo tempo si era già reso noto per la conduzione delle operazioni ad Aleppo, in Siria. Mizintsev può essere considerato, a oggi, uno dei pochi comandanti ad avere ottenuto risultati che per Putin possono essere visti non solo come tangibili ma anche realmente utili alla sua “operazione militare speciale”. E questo prescinde dai metodi brutali applicati e dalle sanzioni imposte dall’Occidente alla stessa persona. Questa scelta può essere letta pertanto anche come un cambiamento di prospettiva: il governo rimuove chi è considerato l’artefice di un disastro, che è appunto quello della catena logistica dell’armata di Mosca, e promuove chi ha ottenuto dei risultati.

Di Lorenzo Vita. (Il Giornale/Inside Over)