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Ciad: firmato a Doha l’accordo fra il governo e i gruppi ribelli per l’avvio del dialogo nazionale

Il governo militare del Ciad ha firmato a Doha un accordo con più di 40 gruppi ribelli per avviare i colloqui di pace nazionali alla fine di questo mese. In base all’accordo, il Consiglio militare di transizione (Cmt) guidato da Mahamat Idriss Deby e centinaia di rappresentanti dell’opposizione avvieranno un dialogo nazionale di pace nella capitale N’Djamena a partire dal prossimo 20 agosto. La firma è avvenuta con la defezione del principale gruppo ribelle ciadiano, il Fronte per il cambiamento e la concordia in Ciad (Fact), responsabile dell’uccisione del presidente Idriss Deby Itno nell’aprile 2021.

In totale sono 43 i gruppi che hanno firmato l’accordo su un totale di 47. In un videomessaggio trasmesso durante la cerimonia, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito la firma “un momento chiave per il popolo ciadiano”, ma ha affermato che il dialogo nazionale deve essere “inclusivo” per avere successo, mentre il presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat – presente a Doha – ha esortato entrambe le parti a mantenere le loro promesse per creare un rapporto di fiducia con il popolo ciadiano. Il dialogo mira a concordare il programma e le regole per le elezioni presidenziali che Mahamat Idriss Deby – figlio del defunto presidente – ha promesso si svolgeranno entro il mese di ottobre, ovvero entro 18 mesi dalla presa del potere.

Il Fact e altri gruppi ribelli che già nei mesi scorsi avevano disertato il pre-dialogo di Doha chiedono al capo della giunta di non candidarsi alle elezioni, questione che secondo Debt potrà essere negoziata soltanto durante il dialogo a N’Djamena. Il Fact aveva chiesto inoltre maggiori garanzie di sicurezza e il rilascio di oltre 300 dei suoi combattenti nelle carceri governative. I gruppi che hanno firmato l’accordo si sono impegnati a un cessate il fuoco mentre il governo ha garantito la sicurezza a tutti coloro che torneranno dall’estero per partecipare ai colloqui.

Il mese scorso il portavoce del governo Abdraman Koulamallah, leggendo un decreto firmato dal primo ministro Albert Pahimi Padacké, ha annunciato che il governo di transizione del Ciad terrà il dialogo nazionale a partire dal prossimo 20 agosto in Qatar. Previsto inizialmente a partire dal 10 maggio, il dialogo nazionale inclusivo mira a ricostruire le basi di un nuovo contratto sociale dopo la morte del presidente Idriss Deby Itno, ucciso dai ribelli nell’aprile 2021. Nell’ufficializzare il rinvio, il ministro degli Esteri Cherif Mahamat Zene aveva riferito che il Qatar – che sta sponsorizzando i negoziati tra il governo ciadiano e i movimenti politico-militari – aveva chiesto di rimandare il dialogo per consentire alle trattative allora in corso a Doha con i gruppi politico-militari di giungere a un accordo. Il rinvio era stato chiesto a gran voce dagli stessi 52 gruppi politico-militari, riuniti nelle tre formazioni in cui si sono organizzati – su richiesta delle autorità qatariote – al pre-dialogo di Doha, sorta di prova generale prima del confronto ufficiale voluto dal presidente di transizione Mahamat Idriss Deby con tutti gli attori del Paese, nel tentativo di far uscire il Ciad dal delicato contesto interno in cui si trova dopo la morte dell’ex presidente Idriss Deby, e l’instaurazione del Consiglio militare di transizione (Cmt) da parte di suo figlio. Secondo quanto riferito da “Rfi”, le tre parti sono state “unanimi” nell’esprimere l’auspicio di un rinvio del dialogo ciadiano. Secondo i loro membri, infatti, non esistevano ai tempi le condizioni per proseguire in questo confronto e aprire i tavoli dei negoziati con un governo che a loro avviso continua a far prova di “cattiva fede”.

La tabella di marcia per la transizione presentata lo scorso anno dal Cmt prevede l’organizzazione di un dialogo nazionale inclusivo che dovrebbe portare all’adozione di una nuova Costituzione, all’organizzazione di nuove elezioni e all’istituzione di nuove istituzioni entro 18 mesi. Come preludio del dialogo nazionale inclusivo, previsto intorno al 10 maggio a N’Djamena, una delegazione governativa e un totale di 52 gruppi politico-militari sono attualmente impegnati a Doha, in Qatar, in un dialogo preliminare. I colloqui in corso a Doha hanno tuttavia subito non pochi ritardi. Dopo ripetuti rinvii dovuti alle diverse posizioni degli organizzatori qatarioti e dei gruppi armati invitati al tavolo, il pre-dialogo si è ufficialmente aperto a Doha lo scorso 13 marzo, alla presenza di 52 formazioni politico-militari del Ciad e dei rappresentanti del governo militare di transizione, oltre ad alcuni osservatori fra cui la ministra degli Esteri libica, Najla El Mangoush. I colloqui sono quindi stati interrotti sul nascere e per più di una settimana per divergenze fra i partecipanti nella loro gestione. Fra questi i ribelli del Fact, che hanno boicottato la cerimonia di inaugurazione del dialogo contestando che il Qatar si fosse ritirato dal ruolo di mediatore ufficiale del dialogo. Le autorità ospiti hanno quindi accordato loro un tempo di 72 ore per scegliere i propri rappresentanti, in modo tale da ridurre – come auspicato da Doha – il numero di persone partecipanti al dialogo negoziale.

I gruppi armati presenti al pre-dialogo di Doha si sono organizzati in tre formazioni, in modo da poter presentare dei delegati al tavolo. Delle tre formazioni fa parte il gruppo firmatario dei colloqui di Roma, ospitati a gennaio scorso dalla Comunità di sant’Egidio e cui aderiscono in totale 20 movimenti, i quali hanno nominato 14 delegati per partecipare al dialogo qatariota; di un secondo gruppo, nominato “gruppo di Doha”, fanno invece parte 22 formazioni e sostenitori politico-militari e i delegati nominati sono 16; terzo e ultimo, il “gruppo Qatar” comprende una decina di movimenti e ha nominato otto delegati. Ai colloqui romani del 21 gennaio avevano partecipato i rappresentanti dei seguenti partiti e gruppi militari del Ciad: la coalizione Azione ciadiana per l’Unità ed il socialismo – Partito rivoluzionario, popolare ed ecologico (Actus-Prpe); l’Alleanza dei democratici resistenti (Adr); il Consiglio di comando militare per la salvezza della Repubblica (Ccsmr); il Consiglio nazionale per la rettifica del Ciad (Cnr); il Consiglio nazionale per la resistenza e la democrazia (Cnrd); il Fronte per l’alternanza e la concordia del Ciad (Fact); il Fronte nazionale per la democrazia e la giustizia in Ciad (Fndjt); il Fronte per la salvezza della Repubblica (Fsr); il Movimento per la Pace, la ricostruzione e lo sviluppo (Mprd); la coalizione Unione delle forze per il cambiamento (Ufc); l’Unione delle forze per il cambiamento e la democrazia (Ufcd); l’Unione delle forze per la democrazia e lo sviluppo (Ufdd).

(Nova News)

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