Il servizio di leva in Russia e il conflitto in Ucraina

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(Roma, 12 luglio 2022). Le forze armate russe sono un’organizzazione ibrida che combina un tradizionale sistema di reclutamento di quadri e di riservisti insieme a personale professionista. Sebbene Mosca abbia intrapreso da tempo un processo di professionalizzazione del suo esercito, in particolare negli ultimi 15 anni, rimane ancora dipendente dai coscritti, sia per la sua forza in servizio attivo sia per la riserva, per un 30% circa. Buona parte dei reparti combattenti viene completata da personale coscritto, o da riservisti mobilitati, coi soldati professionisti che sono concentrati nei quadri e nelle unità d’élite, in particolare nelle unità aviotrasportate.

Il sistema di coscrizione

Le forze armate russe effettuano la chiamata alle armi in un arco temporale di poco più di sei mesi, a cominciare dal periodo autunnale, dal 1 ottobre al 31 dicembre, e da quello primaverile, dal 1 aprile al 15 luglio. Il servizio di leva, obbligatorio solo per gli uomini, dura un anno e abbraccia una fascia d’età compresa tra i 18 e i 27 anni.

Nel 2022, il Cremlino ha anticipato la leva di primavera spostandola al 18 febbraio, molto probabilmente in previsione del conflitto in Ucraina. Il bacino di popolazione maschile arruolabile ogni anno è di 1,2 milioni di persone, anche se solo circa la metà è obbligata a presentarsi al commissariato militare locale (voenkomat).

Questi commissariati si occupano anche di raccogliere informazioni sulle risorse umane ed economiche locali da utilizzare in caso di conflitto e pertanto si possono definire una struttura parallela rispetto alle organizzazioni statali civili. Sono comandati da un ufficiale superiore (colonnello o tenente colonnello) che si avvale della collaborazione di personale militare e civile locale. Per quanto riguarda la commissione di leva, questa è solitamente composta da un ufficiale dell’esercito (un colonnello), un medico, rappresentanti del ministero dell’Educazione, dell’Fsb (i servizi di sicurezza), del ministero degli Affari Interni, e del Dosaaf, ovvero dell’ente per la cooperazione volontaria con l’esercito, l’aviazione e la marina militare.

Il Dosaaf è un’organizzazione statale che promuove lo sport e le attività utili al mondo militare (volo, tiro a segno, paracadutismo, escursionismo, arrampicata ecc) nei giovani in età pre-arruolamento, in modo che la commissione di leva possa già assegnare il personale coscritto nelle unità secondo le proprie abilità e vocazioni. Per fare un esempio, un ragazzo che ha partecipato al corso Dosaaf di paracadutismo molto probabilmente sarà assegnato alle Vdv (Vozdushno-Desantnye Voyska), le forze aviotrasportate russe, una volta che sarà ritenuto idoneo per svolgere il servizio di leva. Questo meccanismo è abbastanza efficace: nel 2015 si stima che il 40% del personale arruolato abbia partecipato a un corso Dosaaf.

Nella commissione il personale medico stabilisce il grado di idoneità fisica, quello dell’Fsb l’affidabilità politica (ancora un requisito fondamentale per la Russia), quello degli Interni gli eventuali precedenti penali mentre quello del Dosaaf le abilità specifiche acquisite.

Lo Stato maggiore russo ha riferito di aver arruolato 127mila persone per la leva dell’autunno 2021 e 134mila per quella primaverile su 672mila uomini chiamati alle armi. Il numero di coscritti è relativamente costante anno dopo anno, con 263mila nel 2020 e 267mila nel 2019. Circa 261mila coscritti del 2021 stanno attualmente prestando servizio nelle unità russe, con quelli della leva autunnale 2021 che hanno terminato da poco (o stanno terminando) il loro addestramento.

Le nuove leve ricevono un addestramento di base che va da uno a due mesi, seguito da tre a sei mesi di addestramento avanzato prima di arrivare alle unità assegnate.

La legislazione attuale vieta ai coscritti di essere schierati in combattimento con meno di quattro mesi di addestramento, tuttavia la legge marziale o la mobilitazione generale potrebbero sostituire l’attuale ordinamento, consentendo l’impiego immediato di nuovi coscritti o riservisti mobilitati.

Apriamo ora una parentesi sul personale dei quadri ufficiali non proveniente dalle accademie militari, che costituisce una parte importate dell’esercito russo sebbene non ne sia la spina dorsale come accade negli eserciti occidentali. Nel 2016 lo Stato maggiore russo ha determinato che un soldato di leva potesse diventare ufficiale previo un arruolamento di due anni nelle forze armate e passando per il medesimo sistema di selezionamento della truppa. Il sistema russo incoraggia la specializzazione e le capacità tecniche del personale, così un militare reclutato via coscrizione (anche se passato al rango ufficiali) che entra a far parte, ad esempio, di un reparto missilistico resterà in quella unità durante tutto il suo servizio e anche una volta messo in riserva. Questa metodologia è valida, se pur in modo diverso, anche per gli ufficiali provenienti dalle scuole militari quindi che possono accedere ai più alti ranghi delle forze armate: le accademie russe non impartiscono un’istruzione generale di livello universitario, ma formano il personale in modo più specializzato dando enfasi all’insegnamento della capacità di comando.

Le donne nelle forze armate russe

Nel 2020, le donne costituivano circa il 4% dei militari in servizio attivo. L’arruolamento, su base volontaria, è stato ufficialmente aperto alle donne nel novembre 1992 con decreto presidenziale. La loro percentuale nelle forze armate russe è stata più o meno costante negli ultimi 10 anni, ma essa è praticamente dimezzata se guardiamo al primo decennio del 2000, quando si aggirava intorno al 10%. Per fare un paragone, in Italia sono circa il 6%, negli Stati Uniti il 16,5% e in Cina circa il 9%.

La coscrizione obbligatoria, come accennato, non si applica alle donne, come avviene ad esempio in Norvegia o Israele, sebbene l’idea sia stata lanciata in passato dai membri della Duma. Le donne che desiderano arruolarsi nelle forze armate russe devono superare un esame fisico modificato e vengono testate per la gravidanza prima dell’incorporazione. Una volta arruolate, le donne prestano servizio in unità miste, invece che in unità separate per genere, ma con acquartieramenti e servizi separati. Le donne prestano servizio nell’esercito, nelle forze aerospaziali, nella marina (sebbene solo su alcune navi) e nelle forze missilistiche, tuttavia, non possono accedere a tutti i ruoli: non sono autorizzate a svolgere ruoli di combattimento in prima linea e quindi non vengono impiegate in servizio su caccia, sottomarini o carri armati. In gran parte, le donne arruolate prestano servizio nei reparti di comunicazioni, nella sanità militare, nella psicologia o come impiegate.

Coscritti per il conflitto in Ucraina

È probabile che alcuni dei coscritti dell’autunno 2021 stiano già prestando servizio in unità che combattono in Ucraina, mentre è ormai assodato che in quella guerra abbia combattuto (o stia combattendo) personale di leva: a marzo 2022 il ministero della Difesa russo ha riconosciuto che coscritti stavano prendendo parte al conflitto affermando che alcuni di loro, in servizio nelle unità di rifornimento, erano stati fatti prigionieri dall’esercito ucraino.

Quasi immediatamente dopo il Cremlino ha affermato di aver ritirato tutto il personale di questo tipo, ma sappiamo che i reparti impiegati in guerra non sono al completo e che quasi tutti utilizzano personale di leva, sebbene la percentuale sia diminuita dall’inizio del conflitto.

Per quanto riguarda l’arruolamento volontario, il governo russo, a maggio, ha abolito il limite di età (posto a 40 anni). Questa scelta è stata determinata dalla considerazione che per l’uso di armi di alta precisione e attrezzature militari molto particolari, sono necessari specialisti altamente professionali. I decisori russi hanno affermato che “l’esperienza mostra che diventano tali all’età di 40-45 anni” inoltre le modifiche consentiranno di reclutare specialisti nei settori del supporto medico, dei dipartimenti di ingegneria, della manutenzione, delle comunicazioni e altro. Parallelamente sono comparsi punti di arruolamento mobili nelle città russe, a sottolineare come questa esigenza sia particolarmente sentita per la gestione del conflitto in Ucraina.

Di Paolo Mauri. (Inside Over)