Nel 2014 l’Isis voleva colpire grandi città dell’Europa occidentale. Nell’estate di quell’anno, l’allora leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, affidò ad un ex ufficiale iracheno, Salih al-Sabawi, l’incarico di sviluppare armi chimiche e batteriologiche per attacchi chimici.
Salih al-Sabawi, salito successivamente alle cronache come Abu Malik, era l’ingegnere addestrato in Russia che aiutò Saddam Hussein a costruire il suo arsenale di armi chimiche. Lo riporta il Washington Post citando fonti dell’intelligence Usa, secondo le quali, proprio per evitare che Sabawi portasse a termine la sua impresa, venne ucciso nel 2015 con un’operazione segreta condotta dalle forze speciali Usa e dai peshmerga curdi.
Gli Stati Uniti avevano infatti appreso che Sabawi, assunto da Abu Bakr al-Baghdadi, stava lavorando alla messa a punto di nuove armi chimiche usando la tossina botulinica e la ricina. « L’intenzione di Sabawi era creare diversi tipi di agenti chimici e biologici da usare in campagne militari e in attacchi terroristici contro le maggiori città europee », scrive il quotidiano statunitense, mettendo in evidenza come fra gli obiettivi ci sarebbero stati anche le basi militari americane in Europa.