Libano ed Egitto hanno firmato oggi l’accordo finale per il trasferimento di gas egiziano – attraverso Siria e Giordania – alle infrastrutture libanesi. L’intesa consentirà al governo del Libano di poter erogare quattro ore di elettricità al giorno ai cittadini, afflitti da una costante interruzione dell’energia elettrica pubblica e costretti ad avvalersi di fornitori privati. Sebbene sia ancora necessario il via libera finanziario dell’Fmi e gli Stati Uniti dovranno concedere una deroga alle sanzioni contro il presidente siriano Bashar al Assad, per il Paese dei cedri sembra finalmente essere una notizia positiva. Secondo quanto riferito dall’ambasciatore dell’Egitto a Beirut, Yasser Alaou, il prezzo concordato per la fornitura del gas al Libano è del 30 per cento inferiore rispetto al costo sul mercato mondiale. L’accordo è stato firmato alla presenza dell’ambasciatore d’Egitto in Libano, Yasser Aloui, e da un rappresentante della Egyptian Natural Gas Holding Company (Egas), Magdy Galal, presso il ministero dell’Energia del Cairo.
L’attuazione del progetto sarà realizzata dopo il via libera statunitense e la finalizzazione da parte del Libano dei preparativi tecnici e logistici. L’accordo è stato firmato all’indomani della visita al Cairo dell’erede al trono saudita, Mohammad bin Salman al Saud. Nei giorni scorsi, il ministro dell’Energia, Walid Fayyad, ha annunciato che in virtù dell’accordo, 700 milioni di metri cubi di gas verranno condotti annualmente dall’Egitto attraverso la Siria, la cui quota ammonta all’8 per cento. Di conseguenza, la quantità netta di gas condotta in Libano diventa di 650 milioni di metri cubi. Il che permetterebbe la produzione di 400 megawatt di elettricità, ovvero quattro ore di luce al giorno. Oggi, il ministro Fayyad ha affermato che “questo accordo consentirà di fornire quattro ore aggiuntive di fornitura di energia elettrica al giorno attraverso la centrale di Deir Ammar che funzionerà poi a pieno regime”, indicando che “l’importazione di gas egiziano attraverso la Siria, l’elettricità giordana e l’olio combustibile iracheno forniranno dalle otto alle dieci ore di elettricità al giorno”. “Dopo la firma di tutti gli accordi, le garanzie statunitensi sono ancora necessarie per portare a termine il progetto”, ha aggiunto. L’accordo firmato è rinnovabile per altri 10 anni.
Finora l’intesa sembrava lontana perché, da un lato, la Banca mondiale dovrà garantire i finanziamenti necessari, e dall’altro bisognava evitare che le sanzioni statunitensi del Caesar Act contro le persone legate al presidente siriano Bashar al Assad non inficiassero sul transito del gas in Siria. Il fascicolo del trasferimento del gas egiziano al Libano sarebbe strettamente legato al tema della demarcazione marittima tra Beirut e Tel Aviv, secondo alcune fonti vicine al dossier, per le quali il Paese dei cedri potrebbe “cedere” alle richieste degli Stati Uniti, storico alleato di Israele.
Dopo mesi di stallo, infatti, e in seguito alla visita degli ultimi giorni del mediatore degli Stati Uniti, Amos Hochstein, proprio nel Paese dei cedri, i vertici libanesi hanno fatto trapelare l’esistenza di una posizione comune rispetto al dossier. Lo scorso maggio, l’ambasciatore dell’Egitto a Washington, Moataz Zahran, ha dichiarato che il Cairo attendeva garanzie scritte dagli Stati Uniti per evitare qualsiasi sanzione rispetto al transito di gas dalla Siria. L’accordo richiede, infatti, il pagamento delle tasse di transito al governo di Assad, su cui sono in vigore le sanzioni statunitensi inserite nel provvedimento Caesar Act. L’arrivo di gas egiziano presso la centrale di Deir Ammar attraverso l’Arab gas pipeline consentirebbe di far avere al Libano elettricità corrente e sopperire all’attuale carenza nelle case dei libanesi. (Nova News)