Secondo quanto dichiarato al « Sudan Tribune » da Abkar Altom Adam, segretario generale del Consiglio della shura gimir, le milizie arabe hanno compiuto l’attacco più violento contro la sua tribù compiendo quello che ha definito un “genocidio”
Almeno 111 persone sono state uccise in scontri tribali nell’area di Kulbus, nel Darfur occidentale, a circa 100 chilometri a nord della capitale El Geneina. Secondo quanto riferito al “Sudan Tribune” il direttore esecutivo della località di Kulbus, Abdel Rasoul al Nur, le vittime appartengono alla tribù gimir, mentre decine di persone risultano scomparse. Il funzionario ha aggiunto di non avere informazioni sul numero di vittime da parte delle tribù arabe (rizeigat) e ha aggiunto che circa 12 mila residenti della città sono fuggiti dalla zona, sottolineando che le autorità locali hanno dispiegato truppe con 80 veicoli di sicurezza per separare i due gruppi, porre fine agli attacchi e proteggere cinque fonti di acqua potabile. Secondo quanto dichiarato al “Sudan Tribune” da Abkar Altom Adam, segretario generale del Consiglio della shura gimir, le milizie arabe – sostenute dalle Forze di sostegno rapido (Rsf) formate dai famigerati janjaweed (“demoni a cavallo”) – hanno compiuto l’attacco più violento contro la sua tribù compiendo quello che Adam ha definito un “genocidio”.
I nuovi scontri tra le tribù gimir e rizeigat è scoppiato la scorsa settimana a causa di una disputa sui terreni agricoli tra due persone ed è proseguito fino a ieri. Al Nur ha affermato che la situazione è sotto controllo nel 70 per cento della località di Kulbus e che si stanno compiendo sforzi per ridurre le tensioni tra i due gruppi. Lo Stato del Darfur occidentale è stato teatro di una serie di scontri intercomunali tra le tribù arabe rizeigat e i gruppi etnici africani negli ultimi due anni. Gli scontri tribali all’inizio di quest’anno nell’area di Kereneik hanno causato lo sfollamento di circa 124 mila persone. Inoltre, 36 villaggi in tutta la località sono stati colpiti, di cui cinque sono stati completamente saccheggiati e bruciati, secondo quanto riferito dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha). I gruppi locali accusano spesso le milizie Rsf – che provengono dalle tribù arabe – di sostenere i loro clan sostenendo che usino le armi contro i civili, mentre le tribù rizeigat accusano gli ex ribelli che sono ancora armati a causa della mancata attuazione degli accordi di sicurezza di usare le loro armi contro la popolazione araba. (Nova News)