(Roma, 03 maggio 2022). Lo ha scritto lo stesso politico libico di Misurata in un articolo pubblicato sul quotidiano britannico “The Times”
Il premer designato dalla Camera dei rappresentanti con dell’est della Libia, Fathi Bashagha, ha chiesto l’aiuto del Regno Unito “per mandare a casa” i mercenari del gruppo russo Wagner, proponendosi come “partner per respingere la Russia in Africa”. Lo ha scritto lo stesso politico libico di Misurata in un articolo pubblicato sul quotidiano britannico “The Times”. “Mentre le truppe ucraine combattono la Russia con i missili britannici, noi in Libia stiamo combattendo la stessa battaglia”, ha scritto il premier designato, dicendosi “inorridito” dall’invasione dell’Ucraina ordinata dal presidente russo, Vladimir Putin. “Come libico, so cosa vuol dire vedere forze straniere entrare illegalmente nel tuo Paese. Dal 2014 migliaia di mercenari di Wagner, un gruppo militare privato vicino a Vladimir Putin, sono nel mio Paese, lasciando dietro di sé una scia di distruzione”, ha detto ancora Bashagha. “Come primo ministro, ho promesso di mandare a casa il gruppo Wagner, ma ha bisogno dell’aiuto della Gran Bretagna. Il Regno Unito sarà un alleato prezioso nella guerra della Libia contro i mercenari stranieri”, ha aggiunto il capo del Governo di stabilità nazionale (Gns).
Bashagha, ex pilota di aerei divenuto imprenditore e poi politico, nominato a marzo premier di un nuovo governo sostenuto dal generale libico Khalifa Haftar, ha auspicato “una partnership strategica” con il Regno Unito, basato su economia, sicurezza e condivisione di informazioni di intelligence. “I libici non vogliono vedere un altro decennio di guerra civile. Nè vogliono vedere gli uomini della Wagner che saccheggiano le loro città e i villaggi. Vogliono vivere in un Paese normale, un Paese con un solo governo, con elezioni libere ed eque e una terra libera da mercenari, proprio come l’Ucraina”, ha aggiunto l’ex ministro dell’Interno. “Amici britannici, se volete che un partner in Africa respinga la Russia, allora il mio governo è pronto a lavorare con voi— siamo il vostro unico partner valido”, ha detto ancora il premier.
In Libia è in corso da settimane un braccio di ferro tra due coalizioni rivali: da una parte il Governo di unità nazionale del premier Abdulhamid Dabaiba con sede a Tripoli, riconosciuto al livello internazionale ma sfiduciato dal Parlamento; dall’altra il Governo di stabilità nazionale designato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk e guidato da Bashagha, già ministro dell’Interno di Tripoli. L’esecutivo del premier uscente controlla la capitale Tripoli e diverse zone della Tripolitania, la regione più popolosa del Paese. Ma il governo sostenuto dal Parlamento dell’est e dal generale libico Haftar (quest’ultimo, peraltro, si avvale dei mercenari russi di Wanger che Bashagha chiede di mandare a casa) controlla i pozzi petroliferi situati in Cirenaica e nel Fezzan. Da alcuni giorni, la produzione petrolifera del Paese membro del cartello Opec è dimezzata a causa dei blocchi dei manifestanti anti-Dabaiba. Le Nazioni Unite stanno cercando di trovare una soluzione ospitando proprio in Egitto, Paese tuttavia considerato vicino alla coalizione che appoggia Bashagha, degli incontri tra la Camera e l’Alto Consiglio di Stato, il “Senato” libico con sede a Tripoli. La prossima riunione è prevista a metà maggio.