La decisione storica dell’ONU: adesso cambia tutto

0
421

I cinque Paesi del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che hanno il potere di veto dovranno giustificarne il loro uso pagando, inevitabilmente, un « prezzo politico più alto »: ecco cosa è stato deciso

La decisione è storica: l’Assemblea Generale dell’Onu ha stabilito che i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dovranno « giustificare » il loro uso del veto. Questi membri sono cinque: si tratta di Stati Uniti, Cina, Russia, Francia e Regno Unito, gli unici che detengono il veto. Ebbene, adesso dovranno « pagare un prezzo politico più alto » quando lo utilizzano, ha dichiarato a France-Presse un ambasciatore che ha chiesto di restare anonimo. La nuova riforma è stata accolta con un applauso da tutti i presenti: adesso, i 193 Paesi membri saranno convocati « entro dieci giorni lavorativi dall’opposizione di uno o più membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, per tenere un dibattito sulla situazione in cui il veto è stato espresso ».

« Azione va rafforzata »

Sull’argomento è intervenuto anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il quale ha sottolineato che « se la voce delle Nazioni Unite è apparsa chiara nella denuncia e nella condanna ma, purtroppo, inefficace sul terreno, questo significa che la loro azione va rafforzata, non indebolita. Significa che iniziative, come quella promossa dal Liechtenstein e da altri 15 Paesi, per evitare la paralisi del Consiglio di Sicurezza dell’Onu vanno prese in seria considerazione ».

Cosa può cambiare

“Con il potere di veto viene la responsabilità di lavorare per conseguire gli obiettivi ed i principi della Carta dell’ONU, in tutti i momenti », ha affermato l’ambasciatore del Liechtenstein, Christian Wenaweser, nel momento in cui ha introdotto la sua mozione. Ma a cosa serve nel concreto questa misura? È stata pensara per ridurre il potere dei cinque Paesi membri che possono esercitare questo diritto, il veto, nel momento in cui hanno intenzione di bloccare un’iniziativa del Consiglio di Sicurezza. Sulla guerra in Ucraina, ad esempio, non c’è stato modo che si arrivasse a una risoluzione perché non c’era unità di vedute come nel caso dei massacri a Bucha, il cui Consiglio non è stato in grado di condannare l’operato dei russi. Recentemente, a tal proposito, Zelensky ha commentato la riforma dicendo che fosse necessaria “affinché il diritto di veto non si trasformi nel diritto di uccidere”.

Adesso bisogna capire l’effettiva realizzazione sul « campo », se cambierà qualcosa sullo scacchiere internazionale e sei i cinque Paesi faranno ricorso, o meno, al veto. Come spiega Lavocedinweyork, anche se la risoluzione è andata in porto senza un voto ufficiale, alcune delegazioni hanno detto che si sarebbero astenute mentre la Bielorussia si è schierata per il no. Alcuni espontenti russi, dopo l’approvazione della nuova misura, hanno espresso il desiderio di non unirsi agli altri Stati. Come ricorda Repubblica, la stessa risoluzione fu proposta più di due anni ma non vide mai la luce anche a causa del Covid.

« Non è contro la Russia »

Il piccolissimo Stato del Liechtenstein è quello da cui è partita questa iniziativa. L’ambasciatore Wenaweser ha spiegato che si “creerà una nuova procedura, ma non è contro nessuno e non è diretta alla Russia » ritentendo che si potrà rafforzare, in questo modo, il ruolo delle Nazioni Unite oltre al « multilateralismo e la voce di tutti i membri che non fanno parte del Consiglio di sicurezza ».

Di Alessandro Ferro. (Il Giornale)