«TB-2 abbattuto». Come sta cambiando la guerra dei cieli

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(Roma, 01 aprile 2022). Per almeno un mese sarebbero stati gli autentici jolly nelle mani dell’esercito ucraino. Soltanto in seguito i russi avrebbero finalmente iniziato a prendere le adeguate misure iniziando a centrarli in pieno. Stiamo parlando dei droni Bayraktar TB-2 utilizzati dalle forze di Kiev. Di fabbricazione turca, questi piccoli e agili bombardieri in miniatura avrebbero fin qui sferrato colpi sensazionali distruggendo diversi mezzi russi. In particolare, il modello TB-2 può essere definito come un hunter-killer da impiegare per la sorveglianza a lunga autonomia e a medie altitudini.

In ogni caso, mentre la parte ucraina elogiava l’utilità dei suddetti droni, il Cremlino sminuiva la loro efficacia pubblicando report che, se confermati, risulterebbero alquanto emblematici. Secondo il Ministero della Difesa russo, al 24 febbraio 2022 la Russia avrebbe distrutto 35 dei 36 droni d’attacco TB-2 a disposizione dell’Ucraina.

L’ultima notizia diffusa sul web avrebbe dovuto teoricamente sancire la definitiva scomparsa dei droni turchi dallo scenario ucraino. Già, perché le forze del Cremlino avrebbero recentemente abbattuto un TB-2 da 1.400 libbre (l’ultimo, secondo i conti di Mosca) recuperandone i missili guidati, rimasti relativamente intatti all’interno del relitto. Allo stesso tempo, però, i militari ucraini hanno diffuso un video nel quale è stato immortalato l’attacco di un altro TB-2 ai danni di un apparente convoglio russo.

L’importanza dei droni TB-2

Non sappiamo niente in merito a data di abbattimento e recupero dei missili. Altrettanto poco sappiamo sull’effettivo numero di droni distrutti dai russi. Anche prendendo per buone le affermazioni della Federazione Russa sulla presunta decimazione degli aeromobili a pilotaggio remoto di Kiev, il robot a elica di fabbricazione turca continua a far parte dei combattimenti.

È probabile, ha sottolineato Forbes, che il ritmo delle operazioni dei TB-2 stia aumentando grazie a nuove spedizioni di quei prototipi. L’Ucraina, ricordiamolo, ha acquisito il primo Bayraktar nel luglio 2021. Lo scorso 24 febbraio gli ucraini potevano contare su circa 20 droni e una scorta di 14 libbre di missili Smart Micro Munition a guida laser (MAM).

Superato l’iniziale impatto con l’invasione russa, girando sulle autostrade intorno a Kiev, nel nord e a Kherson, nel sud, i TB-2 avrebbero distrutto, spesso con l’aiuto dell’artiglieria, non meno di 60 veicoli russi. Scendendo nel dettaglio, le “vittime” de droni turchi sono stati obiettivi ad alto valore strategico (sistemi missilistici terra-aria, veicoli di comando e artiglieria), la cui rimozione dal campo di battaglia ha esposto i carri armati, i camion e la fanteria russa ad altri attacchi ucraini.

La reazione di Mosca

I russi, come detto, sostengono di aver distrutto quasi tutti i TB-2 a disposizione di Kiev. Gli analisti hanno però verificato soltanto due abbattimenti. È tuttavia doveroso sottolineare come, ad oggi, non sia chiaro quanti droni siano rimasti abili e arruolabili nelle mani dell’esercito ucraino.

Non è neppure da escludere che la Turchia possa aver venduto, o donato silenziosamente, nuovi rifornimenti di Bayraktar TB-2 all’Ucraina dal 23 febbraio in poi. A confermare una simile ipotesi c’è il giallo di un trasporto ucraino An-124 che lo scorso 4 marzo ha volato dalla Polonia alla Turchia per poi effettuare lo stesso percorso al contrario, aggirando l’Ungheria (che ha stretti legami con la Russia e che potrebbe aver respinto una richiesta di sorvolo del velivolo).

Ebbene, quel velivolo potrebbe aver trasportato in Polonia un nuovo lotto di TB-2 che sarebbe poi finito in Ucraina viaggiando su camion o treni. I casi sono due: o le informazioni del Ministero russo sono false oppure sono gli ucraini a mentire. In mezzo c’è l’ipotesi del rifornimento turco. Il risultato è che l’Ucraina può forse contare ancora su una ventina – o addirittura di più – di TB-2.

Di Federico Giuliani. (Inside Over)