(Roma, 01 aprile 2022). È la tesi a cui è giunta un’inchiesta di un media indipendente russo attraverso una serie di indizi e documenti ufficiali
Vladimir Putin soffrirebbe di cancro alla tiroide, o comunque delle conseguenze di questa malattia. È la conclusione a cui sono giunti i giornalisti di The Project, un media indipendente russo, sulla base di una serie di documenti ufficiali. Dai quali emerge la particolare composizione del team ristretto di medici che segue il capo del Cremlino. Indizi che si aggiungono ad altri comportamenti insoliti del presidente russo durante la pandemia.
La clinica dei vip
Da tempo si parla di una possibile malattia che Putin, 70 anni quest’anno, terrebbe nascosta. Da leader del Paese, ha fatto della propria prestanza fisica uno strumento di consenso: judo, partite di hockey, galoppate a cavallo nella foresta (anche a torso nudo). E, come ha ricostruito The Project, negli ultimi anni ha curato con attenzione il suo stato di salute, anche seguendo pratiche non proprio scientifiche (come immergersi nel sangue di cervo), e soprattutto facendosi accompagnare in ogni suo spostamento da un team di medici.
Proprio da qui parte l’inchiesta di The Project. Secondo una fonte vicina al presidente, Putin ha cominciato a frequentare negli anni anni la clinica Cchp, a Kuntsevo, nella parte occidentale di Mosca. L’ospedale è considerato il migliore della Russia, e avrebbe un reparto dedicato agli ospiti che necessitano di discrezione massima. Tra i medici del reparto vip c’era anche Dmitry Verbovoy, esperto di malattie acute, ferite e avvelenamenti, che nel tempo avrebbe stretto un rapporto personale con Putin, ricompensato con onorificenze.
Le trasferte a Sochi
Dal 2016, la Cchp comincia a inviare i suoi medici in trasferta per dedicarsi al presidente russo. Non si sa bene la ragione, dato il massimo riserbo che aleggia da sempre sulla salute di Putin, ma mettendo insieme fatti noti e documenti ufficiali, The Project giunge ad alcune conclusioni. Per esempio, nel maggio del 2017, nel corso di una partita di hockey a margine della festa nazionale del Giorno della vittoria, il leader del Cremlino si scontra accindentalmente con la leggenda Pavel Bure, cadendo rovisonamente sul ghiaccio: Putin non dà segni di infortunio, ma da quel giorno, e almeno fino al 18 maggio, il traumatologo Dmitry Verbovoy verrà inviato dalla clinica a Sochi, dove il presidente si è recato per trascorrere qualche giorno di riposo. Ufficialmente.
A far emergere gli spostamenti dei medici sono i dati pubblici dei pagamenti del governo alla clinica, che riportano con precisione date, luoghi e nomi dei medici inviati in missione. A sollevare i sospetti dei giornalisti di The Project, sono le ripetute coincidenze spaziotemporali tra le missioni di un gruppo ristretto di dottori e specialisti, e le strane sparizioni dai riflettori di Putin. Per esempio, nel novembre 2016, il leader russo si ritirò per una settimana a Sochi, evitando uscite pubbliche. E proprio in quei giorni la clinica inviò nelle rinomata città turistica un team di neourochirurghi e rianimatori, guidati da Oleg Myshkin. The Project suppone che Putin sia stato operato alla spalla (da qui l’ipotesi di una ricaduta dopo lo scontro di gioco nel maggio 2017). A ogni modo, Myshkin verrà insignito qualche mese dopo dal Cremlino del titolo di medico onorario di Russia.
Lo specialista del cancro alla tiroide
Seguendo questo modus di indagine, The Project ha focalizzato la sua attenzione su un trio di medici che sembra seguire Putin con maggiore frequenza: gli otorinolaringoiatri Lor Shcheglov e Igor Esakov, e il chirurgo Yevgeny Selivanov: « Shcheglov è volato da Putin a Sochi 59 volte in quattro anni ed è rimasto con lui per 282 giorni. Selivanov 35 volte e per 166 giorni ». Selivanov, scrive The Project, « è un chirurgo, almeno fino a poco tempo fa specializzato in oncologia », per la precisione sul problema « del cancro alla tiroide nei pazienti anziani ». Lor Shcheglov è anche un chirurgo, e « segue Putin così incessantemente che durante gli eventi pubblici è spesso ripreso in foto con il capo dello Stato ». Suo padre è stato di recente nominato deputato della Duma con Russia Unita, il partito di Putin.
Secondo The Project, i « meriti » di questo team di medici vanno ricondotti a un presunto cancro alla tiroide del presidente. Un indizio è l’interesse pubblicamente dimostrato dal presidente per questo tipo di tumore. « Nel luglio 2020 ha incontrato il capo del Centro nazionale di ricerca medica di endocrinologia, Ivan Dedov, che è il capo della figlia maggiore di Putin, Maria – scrive The Project – Dedov ha parlato al presidente dell’elevata prevalenza del cancro alla tiroide e del nuovo farmaco ormonale ‘Tyrogin’, che combatte le metastasi dopo l’intervento chirurgico. ‘Garantisce un recupero del 95-98%?’ ha chiesto Putin, la risposta è stata affermativa ».
La paura del Covid
Con l’arrivo della pandemia in Russia, il presidente ha cominciato a comportarsi in modo insolito per uno come lui abituato a mostrarsi impavido dinanzi ai rischi. « Dopo un lungo periodo di isolamento », lo scorso settembre il leader ha incontrato pubblicamente un gruppo di atleti, anche per smentire le voci sulla sua presunta malattia. Ma subito dopo ha annunciato il ritorno all’isolamento, mossa che ha sorpreso anche il suo entourage.
Da allora, Putin ha cominciato a comunicare solo in videoconferenza e, quando si è trattato di incontrare qualcuno, come di recente il presidente francese Emmanuale Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, lo ha fatto tenendosi a grandissima distanza, frapponendo tra sè e l’interlocutore un lungo tavolo. Per avvicinarsi a lui, lo staff richiede che le persone si sottopongano a test Covid eseguiti dai suoi medici. Per The Project, l’atteggiamento di Putin è quello tipico dei pazienti immunodepressi. Un altro indizio che porta alla tesi del cancro.
Redazione. (Europa Today)