L’anno scorso i sanguinosi combattimenti tra le comunità rizeigat e fallata nella regione hanno provocato più di 40 morti e centinaia di feriti, prima che le due parti firmassero un trattato di pace di breve durata
Almeno 45 persone sono state uccise e altre centinaia sono rimaste ferite in nuovi scontri interetnici tra le comunità rizeigat e fallata nella regione del Darfur, in Sudan. Secondo quanto riferito da fonti locali citate dai media sudanesi, i combattimenti sono scoppiati martedì scorso in seguito all’uccisione di un tenente delle Forze di supporto rapido (Rsf) – gruppo paramilitare dell’esercito – di etnia rizeigat da parte di uomini armati sconosciuti. Le vittime degli scontri, che si sono protratti fino a ieri, includono donne e bambini. In seguito alle violenze, le forze di sicurezza sono state dispiegate per contenere la situazione. La guerra in Darfur è scoppiata nel 2003 dopo che i combattenti di etnia africana si sono ribellati contro il governo dominato dagli arabi dell’ex presidente Omar al Bashir, il quale rispose armando le milizie arabe locali prendendo di mira le comunità non arabe accusate di sostenere i ribelli. Da allora centinaia di migliaia di persone sono morte e molti villaggi sono stati incendiati e saccheggiati. Sebbene il conflitto principale si sia placato nel corso degli anni, restano frequenti scontri mortali tra comunità rivali per l’accesso ai pascoli o all’acqua. L’anno scorso sanguinosi scontri tra le due comunità hanno provocato più di 40 morti e centinaia di feriti, prima che le due parti firmassero un trattato di pace di breve durata. (Nova News)