Cold Response 2022, la NATO mostra la sua forza

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(Roma, 13 marzo 2022). Al via in questi giorni l’esercitazione a guida NATO più imponente, che coinvolge 25 Paesi. L’attuale crisi Ucraina sottolinea ulteriormente l’importanza delle esercitazioni congiunte.

In assetto da guerra

Terra, aria e mare. Ma non solo, visto che anche il dominio cyber sarà protagonista di Cold Response 2022, l’esercitazione della NATO con capofila la Norvegia, che viene ospitata ciclicamente ogni due anni. Solo che la situazione contingente mostra una luce del tutto nuova sulle pratiche militari che si svolgeranno nel Grande Nord.

Saranno oltre 30mila i soldati operativi durante l’esercitazione, che vede coinvolti 27 Paesi. Tra queste, anche Finlandia e Svezia, che pur non essendo parte dell’Alleanza Atlantica, lo sono de facto, essendo partner strategici. Ma la loro presenza è ancora più importante dopo la fibrillazione e le minacce russe ricevute negli ultimi giorni.

Lo scopo dell’esercitazione è quello di testare l’abilità delle forze armate dei vari membri per proteggere la Norvegia (e l’area circostante) dalle attuali minacce, ma anche di mettere in pratica particolari capacità di combattimento nel Mar di Norvegia e nel Mare di Barents.

Diverse visioni per un obiettivo comune

Il Regno Unito, molto rigido nei confronti di Mosca sin dalle prime ore dell’attacco in Ucraina, parteciperà a Cold Response 2022 con una task force aeronavale incentrata sulla portaerei HMS Prince of Wales. L’esercitazione prenderà il via ufficialmente lunedì 14, con le attività terrestri che vedranno impegnate le forze principalmente nelle aree tra Bodø e Tromsø.

La Russia ha informato i vertici delle Forze Armate norvegesi che non invierà alcun osservatore a Cold Response 2022, contrariamente a quanto già affermato in precedenza. Le attualità condizioni di frizione tra la NATO e Washington lasciano inevitabilmente indietro la diplomazia militare.

Aumento delle truppe

La partecipazione a Cold Response riporta indietro nel tempo a esercitazioni ormai da Guerra Fredda. Per quanto fosse pianificata da tempo, l’attività coinvolgerà più del doppio degli effettivi messi in campo per Cold Response 2020, che vide impegnate dieci nazioni e 16mila unità.

Fu però Trident Juncture a rappresentare un vero “salto di qualità”. Era il 2018, e la Norvegia ospitò 31 Paesi alleati, con oltre 50mila soldati impiegati.

Tuttavia, la scala non supera l’esercitazione NATO Trident Juncture 2018, che la Norvegia ha ospitato quell’anno. Poi, hanno partecipato 50.000 soldati provenienti da 31 paesi dell’alleanza e partner. Trident Juncture detiene quindi ancora il record come la più grande esercitazione militare sul territorio norvegese dagli anni ’80, tuttavia, allora era sotto il comando congiunto della NATO.

Di Leonardo Parigi. (OsservatorioArtico)