Taiwan: un rapporto del governo esclude un attacco dalla Cina prima del Congresso del Partito

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(Roma, 09 marzo 2022). L’agenzia governativa incaricata di gestire i rapporti con la Repubblica popolare ritiene improbabile che la leadership di Pechino si lanci nell’avventura militare prima del prossimo autunno

Il governo della Cina considera prioritario garantire la stabilità dell’ambiente domestico e internazionale prima del 20mo Congresso nazionale del Partito e dunque “non alimenterà le tensioni a breve termine” con Taiwan. È quanto si legge in un rapporto sulle implicazioni della guerra in Ucraina per la sicurezza di Taipei, presentato al parlamento dal Consiglio per gli affari continentali (Mac). L’agenzia governativa incaricata di gestire i rapporti con la Repubblica popolare ritiene improbabile che la leadership di Pechino si lanci nell’avventura militare prima del prossimo autunno, quando il Congresso potrebbe riconfermare Xi Jinping per un terzo mandato presidenziale. Il governo di Taipei prende così le distanze dalle ipotesi avanzate da diversi osservatori e politici internazionali, secondo cui la crisi in Europa orientale potrebbe agevolare Pechino nell’annessione. La stessa presidente Tsai Ing-wen ha respinto i parallelismi spesso tracciati tra i due dossier, definendo “ingiusto” il paragone tra l’invasione russa e le minacce mosse a Taipei dalla Cina. Le due questioni sono “fondamentalmente differenti” e le “forze ostili” all’estero potrebbero seminare il panico tra gli abitanti accomunando le sorti dei due Paesi, ha detto Tsai citata dall’emittente “Radio Taiwan International”.

Ciononostante, Tsai ha rafforzato il livello d’allerta richiedendo l’istituzione di una “squadra di risposta alla crisi in Ucraina”, con lo scopo di prevenire conseguenze negative per la stabilità geopolitica e finanziaria nello Stretto. Il gruppo monitora – in collaborazione con altri Paesi – l’impatto della crisi sui prezzi delle materie prime, sui mercati azionari e su altre questioni relative all’ambito finanziario. Al contempo, le Forze armate sono state incaricate di vigilare sulle attività militari nell’Indo-Pacifico e di incrementare la prontezza al combattimento nell’eventualità di un attacco da parte cinese. Per incrementare la propria capacità di risposta ad un’eventuale offensiva su larga scala, il parlamento ha approvato a gennaio un bilancio extra per la difesa da 8,55 miliardi di dollari, finalizzato all’acquisto di missili e navi con cui contrastare l’aggressività militare del gigante asiatico. La proposta è stata sostenuta da tutti i 113 deputati dei quattro gruppi parlamentari. “L’approvazione del bilancio mostra alla comunità internazionale che Taiwan è seriamente intenzionata a difendersi e che lo sforzo gode di un ampio sostegno pubblico”, hanno detto i legislatori del Partito progressista democratico (Ppd), che attualmente riveste la maggioranza in parlamento. Posizione condivisa anche dai membri della forza conservatrice all’opposizione, il Kuomintang (Kmt), che ha posto l’accento sull’oculata gestione dei fondi. Il ministero della Difesa dovrà presentare ogni anno una relazione al parlamento sullo stato delle acquisizioni.

Negli ultimi mesi, gli ufficiali di Taipei hanno esortato più volte il parlamento a non tagliare i finanziamenti alle Forze armate, che hanno intensificato le esercitazioni aeree e terrestri per incrementare le proprie prestazioni. Oltre a organizzare più sessioni di addestramento per l’aeronautica, Taiwan ha rafforzato la cooperazione militare con i Paesi esteri. Lo scorso 17 dicembre, i media locali hanno dato notizia di una rinnovata collaborazione con Singapore, interrotta da Taiwan dopo il sodalizio militare tra l’ex città Stato e la Repubblica popolare. Per un’intera settimana le forze armate singaporiane hanno alloggiato in una caserma nel distretto Fengshan di Kaohsiung, nella parte meridionale di Taiwan, effettuando esercitazioni paracadutistiche nella vicina contea di Pingtung. L’intesa militare Taiwan-Singapore ha avuto inizio nel 1975, quando le esercitazioni tra truppe furono stabilite dal primo ministro di Taipei, Chiang Ching-kuo, e dall’omologo di Singapore, Lee Kuan Yew, nell’ambito dell’accordo Project Starlight. Taiwan ha inoltre intensificato gli scambi con gli Stati Uniti, con i quali aveva avviato forme di cooperazione militare già a partire dal 2021. Secondo quanto riferito allora dalla presidente progressista Tsai Ing-wen e dal ministero della Difesa, le Forze armate statunitensi hanno condotto diverse campagne d’addestramento per le truppe taiwanesi, allo scopo di prepararle a una possibile offensiva militare da parte della Cina. Di recente, inoltre, Washington ha annunciato piani di sostegno per la manutenzione dei sistemi missilistici Patriot e Harpoon in dotazione alle Forze armate di Taipei.

Le collaborazioni militari con Singapore e Stati Uniti sono state ampiamente contestate dal ministero degli Esteri di Pechino, che ha ripetutamente accusato gli Stati Uniti di strumentalizzare politicamente Taiwan per cercare vantaggi geopolitici nell’Indo-Pacifico, intimando più volte all’amministrazione di Joe Biden di cessare gli scambi militari. Parole dure nei confronti di Washington sono state pronunciate di recente anche dal portavoce del ministero della Difesa, Wu Qian, che ha accusato Usa e Giappone di “grossolana interferenza” negli affari interni della Cina. “Quanto più profonda sarà l’ingerenza di Stati Uniti e Giappone nella questione taiwanese, tanto più sarà grande la sofferenza che dovranno patire”, ha detto, accusando le economie di aver favorito i propositi indipendentisti di Taipei.

Redazione. (Nova News)