Ucraina: l’invasione russa potrebbe avere effetti devastanti in Siria

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(Roma, 28 febbraio 2022). La Russia, a seguito dell’invasione in Ucraina, ha ridotto le attività in Siria. Le uniche in crescita sono quelle legate al rafforzamento delle sue basi militari

L’invasione russa in Ucraina sta causando effetti non solo in Europa, ma anche in Medio Oriente. E più precisamente in Siria, dove Mosca è presente da oltre sei anni. I raid aerei di Mosca contro le milizie tra Idlib e Aleppo recentemente hanno subito un crollo. Allo stesso modo sono diminuiti i servizi di pattugliamento congiunto con la Turchia nelle zone di de-escalation. In calo, anche se in maniera meno rilevante, anche gli strike contro i jihadisti pro-ISIS a ovest di Deir Ezzor nel deserto di Badia al-Sham. L’unico aumento, invece, si è registrato sulle difese delle installazioni militari russe: in particolar modo la base aerea di Hmeimim e i porti di Tartus e Latakia, da cui partono alcuni degli attacchi contro Kiev. Mosca, infatti, teme azioni di sabotaggio o incursioni nemiche in caso la crisi in Ucraina dovesse degenerare ulteriormente.

La “distrazione” di Mosca rischia di causare l’espansione di HTS, della Turchia e dei jihadisti pro-ISIS, nonché l’indebolimento di Damasco. Proprio nel momento in cui Putin ha bisogno di tutti i suoi alleati

La minore attenzione della Russia in Siria per concentrarsi sull’offensiva in Ucraina rischia di determinare effetti molto pericolosi in Siria. Specie se la “distrazione” dovesse protrarsi a causa di una guerra di posizione in Europa. A nord (Idlib e Aleppo) Hayat Tahrir al-Sham (HTS) con i gruppi collegati e la Turchia si rafforzerebbero, minacciando ulteriormente la popolazione e i progressi (pochi) fatti finora dall’esercito regolare (SAA). A sud, nel triangolo Raqqa-Homs-Deir Ezzor, si assisterebbe all’ulteriore espansione dello Stato Islamico sia verso l’Eufrate sia in direzione di Damasco, non essendoci più una forza che “tiene a bada” i terroristi, evitando che si spostino dalla loro sacca di resistenza tradizionale. Di conseguenza, il regime di Bashar al-Assad, alleato storico di Vladimir Putin, ne uscirebbe fortemente indebolito. Proprio nel momento in cui Mosca, a causa delle sanzioni internazionali, non può permettersi di perdere i sempre meno partner su cui può fare conto.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)