Il ministro dell’Interno del Libano, Bassam Maoulaoui, ha riferito di aver arrestato una cellula terroristica, affiliata all’ISIS, che reclutava giovani per perpetrare attentati suicidi. Le autorità libanesi hanno poi sventato tre piani di attacco da parte dello Stato Islamico, da condurre contro luoghi di culto sciiti nella periferia meridionale di Beirut, considerata una roccaforte del gruppo paramilitare Hezbollah.
Stando a quanto specificato da Maoulaoui, in una conferenza stampa di oggi, mercoledì 23 febbraio, alle giovani reclute veniva chiesto di attaccare utilizzando cinture esplosive, RPG e granate, con il rischio di provocare un gran numero di vittime. Parallelamente, secondo quanto scoperto dalle Forze di sicurezza interna (ISF), l’ISIS stava pianificando di prendere di mira tre obiettivi contemporaneamente. Tuttavia, i piani sono stati sventati grazie a un agente libanese, reclutato dalle ISF, che è riuscito a infiltrarsi nella rete dell’organizzazione terroristica, a tal punto da ricevere istruzioni per compiere attentati. Secondo quanto raccontato, le direttive sarebbero state date, il 7 febbraio scorso, da un membro dell’ISIS che si trovava nel campo profughi di Ain Héloué, a sua volta in contatto con altri jihadisti in Siria, il quale aveva dato ordine di colpire, il 16 febbraio, il complesso religioso nel quartiere al-Laylaki, il complesso dell’Imam al-Kazem ad Haret Hreik e la moschea al-Nasser a Uzai. L’agente sotto copertura aveva altresì ricevuto armi e cinture esplosive per compiere attentati da considerarsi un omaggio al leader dell’ISIS, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi, ucciso nella notte tra il 2 e il 3 febbraio durante un’operazione guidata dagli Stati Uniti nella regione di Idlib, nella Siria Nord-occidentale. Come affermato da Mawlawi, sono state due le persone arrestate in relazione a tali piani, di cui, però, non sono stati forniti ulteriori dettagli. Al contempo, sono state sequestrate armi, munizioni ed esplosivi.