(Roma, Parigi, 10 febbraio 2022). Allied Resolve 2022 è entrata ufficialmente da oggi nella sua fase operativa. L’esercitazione che coinvolge le forze armate di Russia e Bielorussia elaborerà lo scenario di un conflitto su larga scala, quindi saranno coinvolte molte unità di terra, dell’aviazione, e della difesa aerea: Mosca, ad esempio, ha schierato una serie di assetti antiaerei che constano di almeno un battaglione di Pantsir-S e due di S-400 che si accompagneranno agli S-300 bielorussi e si integreranno coi caccia Su-35 della Vks che sono giunti in Bielorussia.
Ma il dispositivo militare è complesso, data la natura dell’esercitazione, e coinvolge anche cacciabombardieri da attacco al suolo Su-25 nonché elicotteri da combattimento e perfino bombardieri strategici. Nella giornata di ieri, ad esempio, due Tupolev Tu-22M3 delle forze aerospaziali russe hanno effettuato un volo di pattuglia della durata di tre ore nello spazio aereo bielorusso scortati dai caccia Su-35S di Mosca e dai caccia Su-30SM di Minsk.
La prima fase dell’esercitazione Allied Resolve, conclusasi il 9 febbraio e durata circa 10 giorni, ha riguardato la rapida ridistribuzione e la creazione di raggruppamenti di truppe sul territorio bielorusso con la contestuale organizzazione della protezione e difesa di importanti strutture civili e militari nonché del confine e dello spazio aereo. Ora, durante la seconda fase che terminerà il 20 febbraio, si terranno le manovre vere e proprie che sono rivolte al contrasto di un’aggressione esterna e alla protezione degli interessi nazionali di Russia e Bielorussia, prevedendo anche l’impiego di unità meccanizzate, corazzate e missilistiche campali.
Le circa 30mila truppe russe mobilitate si eserciteranno nei campi di addestramento di Domanovsky, Gozhsky, Obuz-Lesnovsky, Brest, Osipovichsky e in aree separate della Repubblica di Bielorussia. Sono coinvolti anche gli aeroporti di Baranovichi, Luninets, Lida e Machulishchi. Per la prima volta la Russia ha coinvolto anche i suoi sistemi di missili balistici a corto raggio Iskander-M, che sono stati piazzati in Bielorussia in una localizzazione ancora sconosciuta, e si attende di vedere in che modo saranno utilizzati.
Gli S-400 delle forze armate russe sono invece stati posizionati nella zona di Brest, quindi molto a ridosso del confine con la Polonia e pertanto in grado di sorvegliare buona parte dello spazio aereo polacco grazie ai suoi radar di lunga portata (il 91N6E “Big Bird” può effettuare la scoperta di un bersaglio sino a una distanza di 600 chilometri) mentre può colpire obiettivi sino a distanze di 400 chilometri.
Quello che più inquieta è che l’esercitazione si terrà anche in una fascia di 210 chilometri dal confine ucraino – quindi potenzialmente gli Iskander-M potrebbero colpire bersagli ben al di dentro dell’Ucraina – pertanto c’è chi pensa che le manovre potrebbero essere la copertura per effettuare un attacco a Kiev.
Alla vigilia delle manovre le autorità americane hanno affermato di considerare le esercitazioni di Russia e Bielorussia come la continuazione dell’escalation ucraina. Secondo il segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki, gli eventi pianificati stanno destando preoccupazione a Washington, pertanto il Dipartimento di Stato Usa aveva ordinato alle famiglie dei diplomatici di lasciare la Bielorussia.
Come notato dall’addetto stampa del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov, le truppe russe lasceranno la Bielorussia dopo il completamento delle esercitazioni e non si è mai parlato di dispiegamento permanente sul territorio della repubblica.
Mosca però, proprio oggi, ha ordinato l’evacuazione dello staff non essenziale dalla sua legazione di Kiev, lanciando così un altro segnale inquietante dopo il discorso del presidente Vladimir Putin durante la visita del suo omologo francese Emmanuel Macron. Il capo del Cremlino aveva infatti affermato che in caso di guerra tra Nato e Russia, “non ci sarebbero vincitori” proprio perché entrambi gli schieramenti sono dotati di armamento atomico.
Dall’altra parte della barricata gli Stati Uniti stanno rinforzando il fronte orientale della Nato: sono in arrivo bombardieri strategici B-52H nel Regno Unito come chiaro segnale di deterrenza nucleare, e continuano ad affluire truppe in Polonia, a cui è stato ordinato di essere pronte per un’eventuale evacuazione dei cittadini americani presenti in Ucraina. La Casa Bianca ha infatti approvato un piano del Pentagono riguardante i militari statunitensi in Polonia per aiutare migliaia di americani che potrebbero fuggire dall’Ucraina se la Russia dovesse attaccare, poiché l’amministrazione Biden cerca di evitare la fuga caotica che si è vista ad agosto in Afghanistan.
Come riporta il Wall Street Journal risulta che alcuni dei 1700 soldati dell’82sima divisione aviotrasportata dispiegati in Polonia inizieranno a creare posti di blocco, tendopoli e altre strutture temporanee all’interno del confine con l’Ucraina per prepararsi al possibile arrivo di civili americani. Le truppe non sono autorizzate ad entrare in Ucraina e non evacueranno gli americani né effettueranno missioni aeree dall’interno dell’Ucraina, hanno detto i funzionari della Casa Bianca: un provvedimento resosi necessario al fine di evitare possibili “incidenti”, ma un segnale ancora più inquietante che dimostra come a Washington diano l’invasione russa dell’Ucraina come una possibilità altamente plausibile.
Intanto sui mari è cominciato il rimpiattino tra le forze aeronavali della Nato e quelle Russe: nei prossimi giorni una vasta porzione del Mar Nero, dove nelle scorse ore sono entrate diverse unità da sbarco russe provenienti da altre Flotte (Baltico e del Nord) sarà interessata da un’importante esercitazione navale, che a questo punto crediamo sia anche anfibia. Nel Mar di Norvegia, invece, la Flotta del Nord è uscita per effettuare esercitazioni “antipirateria”. Altre unità navali sono in azione nel Baltico dove nella giornata del 7 è giunto a Kaliningrad un numero imprecisato di MiG-31K, la versione del cacciabombardiere che può trasportare il missile balistico ipersonico antinave e da attacco al suolo Kh-47M2 Kinzhal.
Di Paolo Mauri. (Il Giornale/Inside Over)