Cina, Iran, Russia. Le esercitazioni marittime del blocco anti-occidentale

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(Roma, Parigi, 21 gennaio 2022). Manovre politiche nel Golfo dell’Oman. Mentre crescono le tensioni attorno a vari dossier che coinvolgono Pechino, Mosca e Teheran, i tre si esercitano insieme di nuovo

La flotta russa del Pacifico martedì ha detto che un incrociatore missilistico, una nave da guerra antisommergibile e una petroliera sono già ancorate al largo del porto di Chabahar, nel sud-est dell’Iran, per preparare esercitazioni marittime congiunte tra i due paesi e la Cina. La baia dove si trova la base è di fronte a Muscat, la capitale che domina il Golfo dell’Oman, mentre a est si affaccia sul Mar Arabico — l’angolo occidentale del grande quadrante dell’Indo Pacifico.

Le navi sono partite da Vladivostok il mese scorso. Le manovre (che dovrebbero iniziare il 21 gennaio) seguono le precedenti esercitazioni navali a tre dello scorso febbraio, che seguivano a loro volta quelle di dicembre 2019. Si tratta di attività dal messaggio politico più che militare, un allineamento del fronte degli autoritarismi, modello alternativo a quello delle democrazie che gli Stati Uniti stanno trasformando come fronte di azione di condivisione della loro politica internazionale.

Il wargame sino-russo-iraniano arriva in un momento particolare: se Mosca è ragione delle tensioni sul fronte ucraino (con Nato, Usa e Ue), Teheran sta portando avanti il braccio di ferro per la ricomposizione del dossier nucleare, e per Pechino il confronto/scontro con Washington sta prendendo scenari sempre più ampi.

Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha chiesto una cooperazione “permanente e strategica” con il Cremlino per contrastare l’influenza degli Stati Uniti durante un incontro con la controparte russa Vladimir Putin, a Mosca mercoledì 19 gennaio. Il giorno seguente la Cina ha per la prima volta scoperto le carte sulle importazioni di petrolio dall’Iran — e sembra come se ci fosse un coordinamento nel fornire supporto all’Iran, che diventa campo di scontro tra le potenze occidentali da un lato e Cina e Russia dall’altra mente negoziano (teoricamente insieme) il Jcpoa.

Putin dovrebbe anche incontrare il segretario del Partito comunista cinese, il capo dello Stato Xi Jinping, a Pechino il mese prossimo durante le Olimpiadi invernali — un momento usato per marcare, con boicottaggi della cerimonia inaugurale, le differenza tra la visione del mondo di Washington (e alcuni alleati) e quella cinese, russa o iraniana.

Pechino e Mosca hanno tenuto esercitazioni navali congiunte nel Pacifico nel mese di ottobre, così come manovre di terra nel nord-ovest della Cina per prepararsi alla guerra ibrida. Tatticamente l’avvicinamento si porta dietro intese di natura commerciale, ma al di là di questo e dell’aspetto narrativo tra Cina e Russia restano delle distanze — come dimostrano le evoluzioni in Asia Centrale, regione dove l’Iran punta a essere un player centrale.

Di Emanuele Rossi. (Formiche)