(Roma, 28 novembre 2021). Prima di arrivare a Roma, Emmanuel Macron ha fatto una tappa in Croazia portando a casa un contratto per la vendita di 12 caccia Rafale. L’accordo prevede la cessione di 12 caccia Rafale F3R usati, 10 monoposto e due biposto, per 999 milioni di euro. Il pagamento, spiega Agenzia Nova, sarà in cinque rate dal 2022 al 2026, con i primi aerei che arriveranno ai croati tra fine 2023 e inizio 2024. Il presidente francese ha salutato la firma dell’accordo definendola “il cemento di una lunga cooperazione e di una convergenza strategica tra i nostri due Paesi”. Una base per la nuova “Europa della Difesa” ha detto Macron, dicendo che sarà questa base che “porterà a lavorare ancora di più insieme sul piano bilaterale”. Parole molto chiare da parte del capo dell’Eliseo che segnano un’ulteriore conferma della visione bilaterale ed europea dell’agenda francese. Sguardo all’Unione europea e alla difesa comune, ma testa sugli accordi tra Paesi nell’ottica di un rafforzamento degli interessi strategici nazionali. E poi continentali.
Da parte croata, l’accordo per i caccia Rafale è stato confermato dal presidente Zoran Milanovic con frasi che indicano molto chiaramente l’interesse strategico di Zagabria verso la partnership con Parigi. Il capo dello Stato croato, in conferenza stampa congiunta con l’omologo francese, ha parlato della visita di Macron come di un “onore” per il Paese. “Abbiamo parlato principalmente dell’approvvigionamento degli aerei, è una cosa importante per la Croazia, sia strategicamente che finanziariamente” ha detto Milanovic. Il leader di Zagabria ha poi aggiunto di aver parlato con il capo dell’Eliseo anche “degli sviluppi nella regione e nel mondo, Ucraina, Russia. Queste sono tutte cose che la Francia, l’unica potenza nucleare nell’Ue e membro permanente del Consiglio di sicurezza, guarda con una visione un po’ più ampia della nostra”. Parole ribadite anche dal premier Andrej Plenkovic, per cui “la firma del contratto di appalto dei Rafale rappresenta un elemento speciale, il significato della visita di oggi e la nuova fase del rapporto in generale. Otteniamo aerei all’avanguardia. È così che proteggiamo il nostro territorio, la nostra terra e il nostro mare”.
Un avvicinamento alla Francia su tutta la linea, dunque. che se per Milanovic “è un cambiamento serio”, per Macron è soprattutto una nuova prova do forza nell’arena della difesa europea. Un palcoscenico in cui l’industria bellica transalpina, grazie soprattutto agli accordi siglati da Naval Group e Dassault, prova a intessere una trama che faccia sì che non si possa prescindere dalla tecnologia francese e dalle sue fabbriche.
Il capo dell’Eliseo ha un triplice obiettivo. Il primo è rafforzare l’export francese nell’industria della sicurezza, soprattutto nell’ottica di una maggiore sinergia europea definita anche nella nuova bussola strategica prevista a Bruxelles. Per la Francia è essenziale dimostrarsi il fornitore principale nel Vecchio Continente per quanto riguarda le forze aeronautiche e navali. Un obiettivo complesso, che chiaramente non è sempre aderente alle logiche nazionali di Italia, Germania e Spagna, che conferma questo doppio binario della diplomazia di Macron: rafforzare l’Unione europea ma senza dimenticare le prospettive nazionali e di leadership nella difesa Ue. Un ambito particolarmente caro a le president, cui si aggiunge anche l’allargamento della sfera di influenza francese nei Balcani occidentali, secondo obiettivo di questo nuovo percorso macroniano. Proprio partendo dalla difesa comune europea, il presidente francese ha ribadito che “uno dei temi più determinanti per la pace e la stabilità e questa indipendenza strategica dell’Unione europea sarà la nostra capacità a costruire una nuova tappa nei Balcani occidentali“. A conferma della volontà d’Oltralpe di inserirsi in uno scacchiere particolarmente critico, in cui oltre alla Germania, sono particolarmente importanti gli interessi di Stati Uniti (via Nato), Russia, Turchia, Cina e Italia.
Dall’altra parte, un terzo obiettivo della tappa croata di Macron è anche quello non troppo celato che riguarda la politica interna. Mostrare la capacità di leadership in Ue per rafforzare l’esportazione dei prodotti industriali made in France non è solo una mossa in chiave internazionale, ma anche un modo per far capire alle forze produttive del Paese (proprietari ma anche lavoratori) che l’Eliseo tutela l’industria nazionale. Un tema che diventa sempre più importante in un momento di ripartenza dopo la grande crisi del Covid-19 ma soprattutto in vista delle elezioni presidenziali. Il voto si avvicina, e il capo dello Stato non può perdere il voto di chi considera prioritario il lavoro e l’interesse nazionale.
Di Lorenzo Vita. (Il Giornale/Inside Over)