Russia: Vladimir Putin in auto-isolamento dopo casi di coronavirus nel suo entourage. Ieri l’incontro con Assad

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(Roma, 14 settembre 2021). In « perfetta salute », ma in quarantena. Il presidente russo Vladimir Putin è obbligato a rispettare un regime di autoisolamento « per un certo periodo di tempo » dopo che sono stati identificati vari casi di Covid-19 all’interno del suo entourage, ha affermato il Cremlino in una nota

« Il presidente è in perfetta salute », ha però assicurato in un briefing telefonico il portavoce Dmitrij Peskov, portavoce della presidenza russa, aggiungendo che Putin, che è vaccinato, era stato sottoposto al test ed era risultato negativo. « Naturalmente sappiamo chi si è ammalato nell’entourage del presidente e l’autoisolamento non influisce direttamente sul lavoro del presidente », ha detto Peskov. « Ma è solo che gli incontri di persona non avranno luogo per un po’. Ma ciò non pregiudica la loro frequenza e il presidente continuerà la sua attività in videoconferenza ».

Putin, 68 anni, non parteciperà quindi di persona al vertice regionale dell’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva, organizzazione delle ex repubbliche sovietiche, previsto questa settimana in Tajikistan in seguito alla presa di potere da parte dei talebani in Afghanistan, ma sarà presente in videoconferenza.

Il leader del Cremlino ha preso la decisione di mettersi in quarantena in consultazione con i suoi medici dopo aver ricevuto ieri lunedì il presidente siriano Bashar al-Assad lunedì al Cremlino, aver incontrato i paralimpici russi di ritorno da Tokyo ed essersi recato nella Russia occidentale per osservare le esercitazioni militari congiunte Zapad (Occidente) con la Bielorussia.

I rigidi protocolli anti-Covid del Cremlino

Almeno fino a poco tempo fa, secondo i racconti dei media russi, i visitatori dovevano rispettare rigidi protocolli prima di incontrarlo: trascorrere 14 giorni di quarantena in un hotel, essere testati e persino attraversare speciali tunnel di disinfezione che spruzzavano prodotti anti-Covid. Mentre i giornalisti presenti agli eventi devono sottoporsi a più test molecolari effettuati da medici fidati del Cremlino.

Dopo aver lavorato per mesi in teleconferenza e trasmesso quotidianamente in televisione pillole dei suoi appuntamenti, Putin ha ripreso solo di recente i suoi viaggi in Russia e i suoi incontri in pubblico.

Misure in contrasto con l’inizio della pandemia quando, nel marzo 2020, Vladimir Putin aveva stretto la mano e era stato in stretto contatto, senza mascherina, con il primario di uno dei principali ospedali che curavano i malati di coronavirus. Molti alti funzionari russi si erano ammalati, tra cui il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, il primo ministro Mikhail Mishustin e diversi ministri.

Il coronavirus in Russia

La Russia è uno degli Stati al mondo in cui l’epidemia ha causato il maggior numero di vittime e la campagna di vaccinazione, tra la diffidenza nei confronti dei proclami del governo, procede a rilento. Il Paese è stato particolarmente colpito dalla variante Delta che sta seminando il caos da giugno.

Secondo l’agenzia di statistica Rosstat, circa 350.000 russi sono morti di Covid-19 alla fine di luglio 2021. Secondo un conteggio del sito Gogov, solo il 27,3% della popolazione russa è completamente vaccinata.

L’incontro a sorpresa con Assad

Putin ha criticato la presenza di forze straniere in Siria senza l’accordo del regime di Damasco ricevendo il suo alleato Bashar al-Assad. Durante questo raro incontro faccia a faccia, avvenuto ieri al Cremlino, ma rivelato solo oggi, Putin ha stimato che « i terroristi hanno subito danni considerevoli » in Siria, dove le forze governative controllano « il 90% del territorio ».

Il « problema principale » della Siria, ha sottolineato Putin, è l’interferenza straniera sul suo territorio. « Forze armate straniere, senza una decisione dell’Onu, senza il vostro consenso, sono presenti in alcuni territori del Paese, il che è manifestamente contrario al diritto internazionale », ha detto il presidente russo senza specificato a quali forze straniere si riferisse. La Turchia e i suoi alleati siriani controllano in particolare le aree del Nord della Siria, mentre la coalizione militare guidata dagli Stati Uniti ha base nel Nord e sostiene le forze curde. Sono inoltre presenti anche consiglieri e gruppi iraniani come Hezbollah, che hanno combattuto al fianco delle forze di Bashar al-Assad.

La Russia è schierata militarmente in Siria dal 2015 a sostegno delle forze di Bashar al-Assad e ritiene giustificato il suo coinvolgimento perché a seguito di una richiesta delle autorità “legittime” di Damasco.

Il presidente siriano Assad, dal canto suo, ha salutato i « significativi risultati ottenuti dalla Russia e dalla Siria nella liberazione dei territori occupati dai combattenti e nella distruzione del terrorismo », secondo la trascrizione in russo delle sue osservazioni da parte del Cremlino.

Ha ammesso, però, che i « processi politici » intrapresi per porre fine alla guerra in Siria « si sono fermati », addebitando la paralisi dei vari negoziati all' »influenza distruttiva » di « alcuni Stati ». Secondo un comunicato stampa della presidenza siriana, l’incontro tra Putin e Assad si è concentrati sulla cooperazione economica, la lotta al terrorismo e « il completamento della liberazione delle terre ancora » sotto il controllo di ribelli e jihadisti.

La guerra in Siria ha causato circa 500.000 vittime e milioni di sfollati dall’inizio nel 2011.

Di Rosalba Castelletti. (La Repubblica)