I droni che lo scorso 29 luglio hanno colpito la petroliera Mercer Street al largo delle coste dell’Oman sarebbero di fabbricazione iraniana. Lo ha annunciato il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) in una nota diramata al termine di un briefing in cui sono state presentate le diapositive con i frammenti dei droni recuperati da una squadra specializzata della portaerei Uss Ronald Reagan.
Secondo quanto riferisce il Centcom, la petroliera Mercer Street di proprietà giapponese e gestita dalla Zodiac Maritime dell’imprenditore israeliano Eyal Ofer, è stata presa di mira da due droni esplosivi la sera del 29 luglio, precisando che i due velivoli senza pilota hanno mancato il bersaglio precipitando in acqua. Un terzo attacco avvenuto invece durante la notte del 30 luglio ha colpito le sovrastrutture della nave provocando la morte di due membri dell’equipaggio: il comandante della nave, di nazionalità romena, e un contractor di nazionalità britannica. L’esplosione provocata dal drone ha causato un foro di circa 180 centimetri di diametro nella parte superiore della cabina di pilotaggio, danneggiando gravemente gli interni.
Nella nota del Centcom si legge che la squadra di esperti della Uss Ronald Regan ha recuperato diversi rottami del drone, tra cui lo stabilizzatore verticale e componenti interni che erano quasi identici a quelli di altri droni carichi di esplosivo di fabbricazione iraniana impiegati in altri attacchi. Inoltre dai calcoli effettuati dalla squadra di esperti è emerso che la posizione della nave era alla portata dei droni iraniani.
“A seguito di un’analisi sul posto, parte del materiale è stato trasferito al quartier generale della Quinta Flotta degli Stati Uniti a Manama, in Bahrain e successivamente a un laboratorio nazionale statunitense per ulteriori test e verifiche”. “Gli esperti di esplosivi del Regno Unito – prosegue la nota – hanno avuto accesso alle prove presso il quartier generale della Quinta Flotta. Le prove sono state condivise virtualmente con esperti di esplosivi israeliani. Entrambi i partner hanno concordato con i risultati degli Stati Uniti”. Infine, il Centcom precisa che gli esperti “statunitensi hanno concluso sulla base delle prove che il drone è stato prodotto in Iran”. (Nova News)